Contro il grande freddo

E’ notte e tu dormi / e io ti guardo dormire / il mio risveglio è così improvviso / nulla si muove / qui niente sembra cambiato / eppure tutto è fuori posto / solo il silenzio / tu dormi / e nel sonno sorridi / ti muovi nel buio a cercare / non sento nulla / tutto è così lontano

Ho scoperto di recente che uno dei membri storici dei torinesi Gatto Ciliegia Contro Il Grande Freddo per mantenersi, bella la vita dei rockers ma dura quella dei post-rockers,  va in giro con un furgone a distribuire prodotti surgelati. Partiti dal post-rock con un paio di ottimi album alla fine dello scorso il millennio Gatto Ciliegia ha allargato i propri orizzonti lambendo territori più pop, vedi le rivisitazioni di canzoni degli anni ’60 con la voce di Robertina e la partecipazioni a molte colonne sonore, buon’ultima quella di Nico, 1988, il lungometraggio della regista Susanna Nicchiarelli che ripercorre l’ultimo anno di vita della grande cantante tedesca.

Senza Cuore

“Uno solo poteva ridere mentre Derossi diceva dei funerali del Re, e Franti rise. Io detesto costui. È malvagio. Quando viene un padre nella scuola a fare una partaccia al figliuolo, egli ne gode; quando uno piange, egli ride. Trema davanti a Garrone, e picchia il muratorino perché è piccolo; tormenta Crossi perché ha il braccio morto; schernisce Precossi, che tutti rispettano; burla perfino Robetti, quello della seconda, che cammina con le stampelle per aver salvato un bambino. Provoca tutti i più deboli di lui, e quando fa a pugni, s’inferocisce e tira a far male. Ci ha qualcosa che mette ribrezzo su quella fronte bassa, in quegli occhi torbidi, che tien quasi nascosti sotto la visiera del suo berrettino di tela cerata. Non teme nulla, ride in faccia al maestro, ruba quando può, nega con una faccia invetriata, è sempre in lite con qualcheduno, si porta a scuola degli spilloni per punzecchiare i vicini, si strappa i bottoni dalla giacchetta, e ne strappa agli altri, e li gioca, e ha cartella, quaderni, libro, tutto sgualcito, stracciato, sporco, la riga dentellata, la penna mangiata, le unghie rose, i vestiti pieni di frittelle e di strappi che si fa nelle risse. Dicono che sua madre è malata dagli affanni ch’egli le dà, e che suo padre lo cacciò di casa tre volte; sua madre viene ogni tanto a chiedere informazioni e se ne va sempre piangendo. Egli odia la scuola, odia i compagni odia il maestro”.
Un tempo la lettura del libro Cuore di De Amicis rientrava tra le pratiche edificanti che ogni studente era tenuto ad adempire. Nelle intenzioni un’iniezione corroborante di virtù civili. Nella pratica lo leggevi solo per vedere cosa avrebbe combinato il cattivo Franti.

Nel 1982 si formò a Torino un gruppo che si battezzò, proprio in omaggio al personaggio di De Amicis, Franti. Gruppo fieramente indipendente autore di sonorità post-punk e free-jazz nobilitate dalla splendida voce di Lalli.