L’apprendista

Si intitola L’apprendista l’album del 1977 degli Stormy Six, band italiana che proprio quell’anno approda all’interno del Rock In Opposition capitanato dagli Henry Cow e che porterà al gruppo una certa notorietà in Inghilterra e nelle due Germanie: l’Amiga, l’etichetta discografica di stato della DDR pubblicherà infatti nel 1980 un’antologia del gruppo milanese.

Gruppo attivo sin dalla metà degli anni sessanta e fortemente politicizzato, gli Stormy Six raggiungono con L’apprendista, loro sesto album in studio, una scrittura più matura sia per quanto riguarda il suono che i testi.

Mamma non piangere, il mondo è bello

Gruppo milanese colto e ironico, coagulatosi nel ’78 attorno all’unico componente stabile, Lorenzo Leddi, fratello del più famoso Tommaso degli Stormy Six, i Mamma Non Piangere durano il tempo di incidere due dischi, il N.1 (Musica, bestiame e benessere) e il N.2 (Sempre avanti a testa bassa), in cui mescolano mille influenze che possono a buon diritto rientrare nell’etica del Rock In Opposition degli inglesi Henry Cow.

 

Eretici, Ermetici

RIO, acronimo di Rock In Opposition, nasce il 12 marzo 1978 a Londra. L’opposizione dichiarata è alla musica commerciale. E il volantino vergato da Chris Cutler è eloquente: “I discografici prendono le loro decisioni basandosi sul profitto ed il prestigio… essi hanno orecchie solo se si tratta di rubare denaro, cuori che pompano sangue di chi assassinano”. Sotto lo slogan “The music the record companies don’t want you to hear” si esibiscono cinque gruppi da altrettanti paesi: i padroni di casa, gli Henry Cow, gli italiani Stormy Six, gli svedesi Samla Mammas Manna, i francesi Etron Fou Leloublan e i belgi Univers Zero.

Quest’ultimi, capitanati dal batterista Daniel Denis, si portano dietro un armamentario di viole, violoncelli, clarinetti, harmonium e spinette. Più che il rock inseguono Bartok e la musica contemporanea. Il loro secondo disco ‘Heresie’ del 1979 è esemplare: l’umore è tetro e plumbeo come i cieli di Bruxelles. Negli anni seguenti incorporeranno nella loro musica strumenti elettronici e sintetizzatori ma senza mai discostarsi dal loro credo eretico lontano da ogni altro genere precostituito. Il loro suono rimarrà sempre, come titola una delle loro prime composizioni, un “caos ermetico”.