L’oceano e Montezuma

Trent’anni fa, studente con sempre pochi spiccioli in tasca, trovai a prezzo d’occasione Zuma di Neil Young. Disco  che quest’anno compie mezzo secolo e che difficilmente troverete citato tra quelli imperdibili nella vasta discografia del loner canadese. Io personalmente lo amo moltissimo. Zuma è un disco vario che passa da pezzi più elettrici in compagnia dei fidati Crazy Horse, qui alla prima volta col chitarrista Frank Sampedro ad episodi più acustici fino alle due perle finali: Cortez the killer, dove la stagione del flower power viene tra sfigurata in una sorta di Eden prima dell’arrivo dei conquistadores europei e la dolcissima Through my sails, avanzo delle escursioni in compagnia di Crosby, Stills e Nash. Da Montezuma all’oceano di Zuma Beach.

Due volti di Ginevra

“That is a very unusual song, it’s in a very strange tuning with strange time signatures. It’s about three women that I loved. One of who was Christine Hinton, the girl who got killed who was my girlfriend, and one of who was Joni Mitchell and the other one is somebody that I can’t tell. It might be my best song.” (David Crosby)
Inutile dilungarsi sulle virtù di Crosby Stills & Nash, l’album della famosa copertina con i tre sul divano in ordine inverso alla sigla sociale: storia vuole che quando i tre tentarono di rimediare all’errore, tornando in cerca del divano, scoprirono che non c’era più!
Tra molti episodi memorabili come Marrakech Express o Wooden Ships, la mia preferita resta Guinnevere, frutta del sacco di David Crosby. Di questa canzone si innamorò anche Miles Davis che ne registrò una lunga trasfigurata versione durante le sessions di Bitches Brew. Il brano però rimase inedito fino alla pubblicazione, un paio di decenni dopo, delle intere sessions.