Cauldron dei Fifty Foot Hose è, come promette il titolo del disco, un calderone in cui la psichedelia di San Francisco è annegata in un brodo di effetti elettronici ricavati dagli strumenti fatti in casa da Louis Cork Marcheschi che aveva già esordito nel 1966 in solitaria sulla brevissima distanza con il singolo, anche questo dal titolo programmatico, Bad Trip. Con lui, due anni dopo a realizzare Cauldron, ci sono i coniugi Nancy e David Blossom, Kim Kimsey e Larry Evans. Un disco che suona ancora oggi coraggioso nell’imboccare strade altre dagli stilemi abusati di tanti gruppi usciti dalla Bay Area.
Mom’s è una compilation del musicista d’avanguardia Carl Stone, classe 1953, allievo di Morton Subotnick dopo aver cominciato a fare jazz-rock con il futuro mito della musica industriale Z’EV. Attivo per molti anni tra San Francisco e Tokyo, Stone è un manipolatore di suoni, tra collage, field recordings e frequenti incursioni nella musica tradizionale giapponese.
I Quicksilver Messenger Service di John Cipollina vengono sempre annoverati come terzo gruppo della scena acid-rock di San Francisco. Certo a ragione: non possedevano la sensualità di una Grace Slick e la capacità di sfornare grandi canzoni dei Jefferson Airplane né tanto meno musicisti della caratura dei Grateful Dead (capaci di passare dalla più lisergica psichedelia all’avanguardia della musica concreta). Più fisici nelle loro jam infuocate i Quicksilver Messenger Service non sono stati capaci di grandi prove in studio ma hanno lasciato un meraviglioso live, Happy Trails uscito nel 1969, tratto da due serate ai mitici Fillmore e sublimato nella lunga cavalcata di Calvary.
In genere ci si ricorda degli It’s A Beautiful Day solo perché l’intro di uno dei pezzi più famosi dei Deep Purple, Child in Time, è una scopiazzatura bella e buona della loro Bombay Calling. Ma il gruppo di San Francisco capitanato da David Laflamme, violinista, fu capace di sfornare un ottimo album grazie anche all’apporto della bella voce di Pattie Santos, a metà strada tra Grace Slick e Janis Joplin. Era il 1969, poi seguirono un altro paio di dischi e un bel live alla Carnegie Hall.
All’interno dello spazio subaracnoideo, situato tra l’aracnoide e la pia madre, scorre il liquor o liquido cefalo-rachidiano. Un liquido limpido che è anche detto acqua di roccia e regola la perfusione sanguigna in modo che avvenga a pressione costante.
E’ in queste zone del cervello che si situa la musica di Mason Jones, da San Francisco, e del suo progetto Subarachnoid Space. Le lunghe jam pischedeliche che fecero la fortuna dei gruppi della Bay Area vengono aggiornate ai tempi del noise. Almost Invisible del 1997 è la loro prova più riuscita.
Le cronache narrano che nelle intenzioni questo disco doveva essere il primo degli Oxbow e il testamento di Eugene S. Robinson, ex pugile e cantante della succitata band di San Francisco, aspirante suicida.
Per sua e nostra fortuna il gigantesco Eugene, che sul palco gigioneggia in mutande, non ha mantenuto l’originale proposito e ha sfornato con parsimonia altri dischi (sette dall’esordio nel lontano 1989) tutti da ascoltare dove. Il vocione soffertamente blues di Robinson è accompagnato da ritmiche ora blues, ora jazz, ma sempre pronte a deragliare in territori noise.
Il dark o gothic è stato un fenomeno musicale prettamente europeo. Uno dei pochi gruppi provenienti da oltreoceano, da San Francisco, furono i Tuxedomoon che dopo l’ottimo Half-Mute, nel 1980, si trasferirono, visto lo scarso successo commerciale, in Europa dove trovarono maggiori estimatori: i synth, il sax, il violino, l’uso della voce davano alla musica dei Tuxedomoon un aspetto del tutto originale e disturbante che continuerà nelle prove successive pur non raggiungendo i vertici di Half-Mute e del seguente Desire (1981).
Ciclicamente si chiede agli elettori la carnevalata delle urne con a seguire la penitenza quaresimale di litanie e promesse non mantenute. E’ in momenti come questi che vorrei candidati folli come Jello Biafra, il cantante dei mitici e incoscienti Dead Kennedys – provate voi a trovare un nome più oltraggioso nell’America degli anni settanta! – che nel ’79 arrivò quarto (su dieci candidati) all’elezione come sindaco di San Francisco raccogliendo 6000 voti. Ecco di seguito la sua proposta programmatica all’elettorato californiano:
Lo spirito di San Francisco non deve essere distrutto in nome dell’ordine, della legalità e dei dollari dei turisti. L’amministrazione in carica vuole “ripulire” la città. Essa sostiene spudoratamente il capitale mentre le forze creative che mantengono viva la nostra città vengono sempre più insistentemente perseguitate dalla legge. San Francisco è forse destinata a diventare un’altra fredda ed efficiente città americana? No, se faremo sentire chiara e forte la nostra opposizione.
Trasporti di massa: E’ venuto il momento di vietare la circolazione delle automobili in città. Il potenziamento del servizio pubblico e il lancio, con l’aiuto dell’industria privata, di una moda della bicicletta dovrebbero garantire il funzionamento regolare di ogni attività. I veicoli commerciali potranno continuare ad operare provvisti di speciale permesso e rimarranno aperte le autostrade intercomunali.
Miglioramento dei rapporti tra polizia e cittadini: E’ ora che la polizia e i cittadini si conoscano. Tutti gli ufficiali di polizia dovranno venir confermati dai cittadini attraverso delle elezioni da svolgersi ogni quattro anni. Inoltre ogni due anni metà delle forze di polizia dovranno assoggettarsi ad un voto di fiducia, come avviene per i giudici, espresso dagli abitanti dei quartieri che pattugliano.
Combattere il crimine: Qui non siamo a Houston, nel Texas. Sono stati spesi, inutilmente, tempo e soldi per far rispettare leggi obsolete e per combattere crimini senza vittime. Invece di continuare con i raid nei club e con gli arresti per droghe leggere e prostituzione si dovrà considerare prioritaria la repressione del crimine organizzato e del “crimine bianco”. La Buoncostume dovrà essere abolita.
Giustizia uguale per tutti: Il carcere cittadino è sovraffollato e il vitto è scadente e scarso. La prigione dovrà essere trasferita al Sunol Valley Golf Club dove tutti i carcerati potranno mangiare bene ed imparare a condurre una vita produttiva come è avvenuto per Dan White (White uccise nel ’78 il sindaco di San Francisco e un supervisore gay perché disprezzava gli omosessuali, e fu condannato ad una pena mite) e i criminali del Watergate.
Mai più governi a porte chiuse: Invece di trattare accordi in privato Jello Biafra terrà delle aste pubbliche per vendere le alte cariche dell’amministrazione cittadina. Inoltre verrà creata una Commissione per la Corruzione che stabilirà pubblicamente le tangenti da pagare per ottenere l’appoggio dell’amministrazione per esenzioni dal piano regolatore, appalti ecc.
I diritti degli inquilini: Verrà legalizzata, per le persone a basso reddito, l’occupazione delle case sfitte usate dai proprietari per la riduzione delle tasse. Inoltre tutti gli affitti dovranno essere riportati ai livelli precedenti la Proposition 13 e poi ulteriormente ridotti del 10%. Questa ulteriore riduzione servirà a compensare l’aumento voluto dai proprietari per favorire l’approvazione della Proposition 13.
La pulizia di Market Street: L’amministrazione in carica vuole “ripulire” Market Street (la via centrale di San Francisco dove si trova il centro degli affari e l’ambiente della piccola malavita). Noi crediamo che l’approccio usato sia errato e proponiamo che i titolari degli uffici indossino vestiti da clown durante l’orario di lavoro dalle 9 alle 17.
Basta con il deterioramento della città: Se vogliamo combattere il deterioramento della città bisogna cominciare dal Pier 39 (il Molo 39, una specie di centro per turisti con negozi, ristoranti, ecc.). Sarà distrutto, poiché dannoso per la città, dalla popolazione di San Francisco durante una festività appositamente dichiarata.
Ricostruire lo spirito comunitario: Perché non alleviare la tensione esistente in città costruendo ovunque statue di Dan White? Il Dipartimento Parchi Pubblici potrebbe quindi vendere uova, sassi e pomodori con cui bersagliare le statue.