Il calore di cinque Soli

Tour de force degno del progressive più radicale – inevitabile l’accostamento con le produzioni del Rock In Opposition – Five Suns degli inglesi Guapo esce non a caso nel 2003 per la Cuneiform Records, etichetta impegnata da anni nella ristampa di tanti dischi tra i più avventurosi degli anni settanta.

All’epoca la line -up dei Guapo era formata da Daniel O’Sullivan (chitarra e tastiere), Matt Thompson (basso e chitarra), Dave Smith (batteria).

Clangori dalla cella frigorifera

Il Cold Storage era una ex-cella frigorifera adibita a studio di registrazione nel quartiere londinese di Brixton. Il quartiere è famoso per l’emblematica Guns of Brixton dei Clash col bassista Paul Simonon che sul finire degli anni settanta cantava l’aria di rivolta delle periferie britanniche . Al Cold Storage, con la complicità di quelle adiabatiche pareti metalliche, i This Heat cominciarono a manipolare nastri su nastri che videro poi la luce nei due album This Heat (1979) e soprattutto Deceit (1981). Se l’attitudine era quella dell’ingenuo e incolto punk la musica, che attingeva a piene mani tanto alla scena canterburyana versante Rock In Opposition quanto alla nascente scena industriale, era invece estremamente consapevole e strutturata potendo contare su ottimi musicisti ben svezzati come il batterista Charles Hayward già  nei Quiet Sun di Phil Manzanera,

La Befana vien di notte…

Un calzino in copertina e il titolo burlone come The leg end (così, con le due parole staccate) of Henry Cow come leccornia musicale per questa Epifania l’esordio del leggendario gruppo avant-prog inglese.

 

L’apprendista

Si intitola L’apprendista l’album del 1977 degli Stormy Six, band italiana che proprio quell’anno approda all’interno del Rock In Opposition capitanato dagli Henry Cow e che porterà al gruppo una certa notorietà in Inghilterra e nelle due Germanie: l’Amiga, l’etichetta discografica di stato della DDR pubblicherà infatti nel 1980 un’antologia del gruppo milanese.

Gruppo attivo sin dalla metà degli anni sessanta e fortemente politicizzato, gli Stormy Six raggiungono con L’apprendista, loro sesto album in studio, una scrittura più matura sia per quanto riguarda il suono che i testi.

Mamma non piangere, il mondo è bello

Gruppo milanese colto e ironico, coagulatosi nel ’78 attorno all’unico componente stabile, Lorenzo Leddi, fratello del più famoso Tommaso degli Stormy Six, i Mamma Non Piangere durano il tempo di incidere due dischi, il N.1 (Musica, bestiame e benessere) e il N.2 (Sempre avanti a testa bassa), in cui mescolano mille influenze che possono a buon diritto rientrare nell’etica del Rock In Opposition degli inglesi Henry Cow.

 

Undici danze per combattere l’emicrania

 Il tastierista Mark Hollander è una delle figure più importanti della musica belga. Prima accanto al jazzista Paolo Rodani (italiano trapiantato in Belgio), poi con Aksak Maboul e Honeymoon Killers, infine come creatore della Crammed (etichetta indipendente nel cui catalogo fanno bella mostra Tuxedomoon, Colin Newman, Minimal Compact, Hector Zazou, Zap Mama, Bel Canto, Cibelle).
Gli Aksak Maboul esordiscono nel 1977 con ‘Onze danses pour combattre la migraine’ ed entrano a far parte dei gruppi del Rock in Opposition. Con l’aiuto di Fred Frith e Chris Cutler dei disciolti Henry Cow incidono in Svizzera il secondo disco ‘Un peu de l’ame des bandits’ uscito nel 1980. Poi si fondono con i connazionali Honeymoon Killers approdando su sponde new-wave.

Eretici, Ermetici

RIO, acronimo di Rock In Opposition, nasce il 12 marzo 1978 a Londra. L’opposizione dichiarata è alla musica commerciale. E il volantino vergato da Chris Cutler è eloquente: “I discografici prendono le loro decisioni basandosi sul profitto ed il prestigio… essi hanno orecchie solo se si tratta di rubare denaro, cuori che pompano sangue di chi assassinano”. Sotto lo slogan “The music the record companies don’t want you to hear” si esibiscono cinque gruppi da altrettanti paesi: i padroni di casa, gli Henry Cow, gli italiani Stormy Six, gli svedesi Samla Mammas Manna, i francesi Etron Fou Leloublan e i belgi Univers Zero.

Quest’ultimi, capitanati dal batterista Daniel Denis, si portano dietro un armamentario di viole, violoncelli, clarinetti, harmonium e spinette. Più che il rock inseguono Bartok e la musica contemporanea. Il loro secondo disco ‘Heresie’ del 1979 è esemplare: l’umore è tetro e plumbeo come i cieli di Bruxelles. Negli anni seguenti incorporeranno nella loro musica strumenti elettronici e sintetizzatori ma senza mai discostarsi dal loro credo eretico lontano da ogni altro genere precostituito. Il loro suono rimarrà sempre, come titola una delle loro prime composizioni, un “caos ermetico”.

La morte al lavoro

Formazione a mezza via tra il progressive dei settanta e la new wave dei primi anni ottanta, i bresciani Art Fleury comincaino la carriera aprendo il concerto degli Area al parco Lambro di Milano quando ancora si chiamano AMG (dalle iniziali dei tre membri fondatori) e facendo da spalla agli Henry Cow durante i loro concerti italiani. Dopo un 45 giri d’assaggio intitolato ‘L’overdose‘ nel 1980 esordiscono sulla lunga distanza con  ‘I luoghi del potere‘ disco strumentale vicino al Rock In Opposition del gruppo di Frith e soci. Poi allargano la formazione e si avvicinano a sonorità molto più new wave ma ancora originali e dagli spunti interessanti come la scanzonata e sbarazzina ‘U.K. is dead’. Da riscoprire.