Era una gioia appiccare il fuoco

“A misura che le scuole mettevano in circolazione un numero crescente di corridori, saltatori, calderai, malversatori, truffatori, aviatori e nuotatori, invece di professori, critici, dotti e artisti, naturalmente il termine “intellettuale’ divenne la parolaccia che meritava di diventare.”

Quando, nel 1966, il grande regista francese traspone cinematograficamente Fahrenheit 451, romanzo distopico di Ray Bradbury, recluta, per la colonna sonora, il compositore americano Bernard Herrmann che ha appena sciolto il sodalizio con Alfred Hitchcock per il quale ha firmato otto colonne sonore tra cui quella di Psyco.

Herrmann contribuisce con il suo commento sonoro a ricreare le atmosfere inquietanti di un possibile futuro – futuro allora ma maledettamente vicino al nostro presente – dominato dai media e dove i pompieri bruciano i libri.

 

Butterfly effect (rumore rosa #3)

Con effetto farfalla si indica quel processo per il quale piccole variazioni delle condizioni iniziali portano dopo un certo tempo le stesse equazioni differenziali a soluzioni divergenti. Sembra figlia del butterfly effect questo maltrattamento dell’opera di Puccini da parte di Pauline Oliveros, una delle pioniere della musica elettronica scomparsa lo scorso anno.

Nata in Texas nel  1932, spesso e volentieri effigiata con la sua fisarmonica, è stata soprattutto compositrice e teorica musicale. Fondatrice negli anni sessanta del San Francisco Tape Center e poi insegnante universitaria giunse alla definizione di coscienza sonora, teoria in cui confluivano elementi tipici delle filosofie orientali mutuate dalla sua passione per il karate di cui era cintura nera. Caverne, cattedrali, cisterne abbandonate divennero i luoghi ideali dove far riverberare incontri e scontri di dense masse sonore le cui piccole variazioni sono capaci di generare quell’effetto farfalla che il meteorologo Edward Lorenz probabilmente rubò a un racconto di Ray Bradbury, il celebre scrittore di fantascienza autore di Fahrenheit 451.