Sin dalla fine del Settecento la regione francofona del Quebec costituì, per il Canada, una fonte di forti tensioni. Una questione irrisolta fino alla Révolution tranquille degli anni sessanta e settanta, anni durante i quali il Quebec ottenne quelle riforme sociali grazie alle quali ha colmato il gap economico con il resto della nazione e la tutela della lingua e della cultura francese.
Quegli anni di grande fermento culturale e politico videro la fioritura di un’interessantissima scena musicale. Una delle mie band preferite sono gli Sloche (il nome della band suona in francese come l’inglese slush, il termine usato per la neve fresca) con all’attivo due fantasiosi album di progressive rock J’un Oeil (1975) e Stadaconé (1976).