La teoria del frigo vuoto

Il titolo bizzarro, La teoria del frigo vuoto, celiava sulla classica scusa di chi non vuole invitarti a cena. Autoprodotto nel 1998 dai Brutopop, quartetto romano che si era fatto le ossa di fianco ai mitici Fugazi e aveva realizzato le trame musicali degli Assalti Frontali per il disco Conflitto – per chi scrive uno dei lavori imprescindibili degli anni novanta – ebbe ottime recensioni e scarsissimo riscontro commerciale (anni fa ne acquistai cinque copie in vinile a un euro cadauno). Un vero peccato perché sono quaranta minuti di ottima musica strumentale tra post-rock, lounge ed echi morriconiani.

 

Ben oliati gli ingranaggi

L’estemporaneo nome Hash Jar Tempo, una storpiatura dei krauti Ash Ra  Tempel, vide il neozelandese Roy Montgomery (già Dadamah) far comunella con gli americani Bardo Pond. La combriccola tirò fuori due monumentali dischi di chitarre: Well Oiled (1997) e Under glass (1999). Due veri e propri muri del suono destinati a chi, dal fondo di un pozzo, ha il coraggio di arrampicarsi e arrivare fin lassù  dove la luce annulla i colori come nella copertina del primo fragorosissimo LP.

A new start (for swinging shoes?)

L’Ostile Libero cambia casa. Intanto continuate a visitarlo nella vecchia: http://esercitodisanti.blogspot.it/

Non prima però di esservi ascoltati questi Giardini di Mirò d’annata (da ‘Rise and fall of academic drifting’ licenziato dalla Homesleep nel 2001, bel video di Marco Porsia che l’onnisciente discogs segnala come film editor dei DVD che accompagnano gli ultimi mastodontici lavori targati Swans ‘The Seer’ e ‘The Glowing Man’).