Prometeo e il funk

Uno dei brani chiavi del Pop Group è Thief of Fire: come novello Prometeo, la band di Bristol ruba il fuoco della musica da ballo, del funk e del dub e la dona all’umanità più oppressa di cui il cantante Mark Stewart se ne fa portavoce con testi feroci e paranoici. Due album fondamentali, Y e For How Much Longer Do We Tolerate Mass Murder prima di disgregarsi in una pletora di gruppi ed esperienze musicali ancora degnissime di nota e sempre caratterizzate dalla grande libertà musicale e da un meticciato di generi, dai Rip Rig + Panic ai Pigbag, dai Glaxo Babies ai Maximum Joy fino ai Maffia del leader Mark Stewart.

Costoletta di gruppo pop

Formatosi a Cheltenham, non lontano da Bristol, i Pigbag devono le loro fortune all’incontro con  il chitarrista Simon Underwood del Pop Group. E sarà proprio l’etichetta Y Records, la stessa del Pop Group, a pubblicare nella primavera del 1981 il primo singolo, lo strumentale Papa’s got a Brand New Pigbag il cui titolo scherza con la famosissima canzone di James Brown. Dopo  questo primo singolo  la carriera dei Pigbag continuerà fino al 1983 con una serie di album in cui l’elemento del funk colorerà l’impalcatura post-punk della loro musica.

Farmaceutica

I Glaxo Babies rappresentano un ramo minore ma ricco di gemme dell’intricato albero genealogico dei gruppi di Bristol. Nati nell’anno del punk pubblicano nel 1980 il loro unico LP Nine months to the disco quando il chitarrista Dan Catsis è già emigrato nel Pop Group e il sassofonista Tony Wrafter ha fondato i Maximum Joy (in cui confluiranno in seguito il batterista Charlie Llewellin e lo stesso Catsis con un altro paio di elementi del Pop Group).
La breve parabola musicale dei Glaxo Babies (o Gl*xo Babies, per l’ostilità dell’omonima ditta farmaceutica) comincia con i primi singoli This is your life, Christine Keeler, Limited entertainment con il cantante Rob Chapman e prosegue con l’allontanamento dello stesso per dare un’impronta più sperimentale e funk al loro post-punk, fino a quell’ultimo Nine months to the disco registrato in un solo giorno. Chiarissime le parole di Wrafter a tal proposito: “Rob was into songs and we weren’t”.

Abbattere l’asilo della realtà

Rip Rig & Panic è tra le migliori prove del polistrumentista Rahsaan Roland Kirk registrato nel 1965 con Jaki Byard al piano, Richard Davis, reduce da Out of lunch! di Dolphy e che parteciperà tre anni dopo alle registrazioni di Astral Weeks di Van Morrison, al contrabbasso ed Elvin Jones, fido compare di Coltrane, alla batteria.
Kirk era diventato cieco in seguito a una dose eccessiva di medicinali somministratagli da un’infermiera sbadata. Si fidava dei sogni e fu in seguito a un sogno che cominciò a suonare sul palco anche tre strumenti contemporaneamente! Famoso anche per l’impegno politico che portava avanti in salaci monologhi durante i suoi concerti non si arrese neppure quando un’emorragia cerebrale lo lasciò semiparalizzato: modificò i suoi strumenti e tirò avanti ancora un paio di anni prima che un secondo ictus lo uccidesse alla fine di un concerto nel 1977.
Nel 1981, Gareth Sager e Bruce Smith del Pop Group insieme a Sean Oliver, Mark Springer e la cantante Neneh Cherry (figliastra del trombettista Don Cherry) fondarono i Rip Rig & Panic chiamati così proprio in onore di Kirk. I loro dischi God (1981) e I am cold (1982) sono un ottimo esempio di quel free jazz punk inglese tanto inviso al nostro Franco Battiato in cerca di centri di gravità permanente.