Luce alla Neon (Neon Records #1)

La Neon Records nacque come costola della RCA con grandi speranze e progetti ambiziosi come il supergruppo Centipede di Keith Tippett. Ebbe purtoppo vita brevissima e nel buco finanziario dell’etichetta inglese finirono per cadere miseramente ottimi gruppi sospesi tra progressive e jazz-rock come Spring, Tonton Macoute, Indian Summer, Running Man, Raw Material. Per quasi tutti loro non ci fu altra occasione di pubblicare altro materiale.
Tra le centodieci mani dei Centipede che registrarono l’album Septober Energy , con la produzione di Robert Fripp,  c’era il meglio del meglio della scena jazz-rock britannica con membri di King Crimson, Soft Machine, Nucleus, Patto.

Cani sciolti

Il primo giugno del 1974 al Rainbow Theatre si danno appuntamento quattro illustri diseredati del rock: Nico e John Cale dai Velvet Underground, Kevin Ayers dai Soft Machine, Brian Eno dai Roxy Music. Come una muta di cani sciolti (e in compagnia di altri outsider come Robert Wyatt, Ollie Halsall dei Patto più Mike Oldfield) danno vita a un concerto che in qualche modo chiude un’epoca e prepara il terreno a una musica di là da venire e in cui i nostri, in particolar modo Eno e Cale, tireranno i fili da dietro le quinte: e sarà appunto la new wave di Patti Smith, Devo, Talking Heads e compagnia cantante.
Il concerto oltre l’attingere al  repertorio dei quattro include anche due significative cover, di Elvis Presley,  una Heartbreak Hotel deturpata da John Cale e di Jim Morrison, quella The end che Nico porterà a vertici ancora maggiori di disperata e glaciale angoscia.

Raro Ben

Piccola gemma di jazz-rock uscita nel 1971 quella dei Ben. In copertina un naso che cola come un rubinetto male avvitato. Musica che cola a fiotti copiosi lungo le quattro tracce in cui si cimentano i quattro musicisti (sax, organo, chitarra e batteria). Disco purtroppo ricordato più per le quotazioni abnormi sul mercato dei vinili, l’originale LP è tra i più rari del catalogo della Vertigo e quindi tra i più costosi, che per la musica: molti recensori infatti lo bollano come tra le cose peggiori licenziate dalla label dall’inconfondibile spirale. Cosa in parte vera, ma più per merito del resto della scuderia – Black Sabbath, Gentle Giant, Patto, Nucleus e compagnia cantante – che per demeriti propri.