In connessione osmotica (Ohr Records #8)

Capitolo minore della psichedelia teutonica, il settetto degli Annexus Quam esordiscono nel 1970 per la benemerita Ohr Records con Osmose, quattro brani strumentali da cui emergono lacerti di jazz. Durarono poco, giusto il tempo per fregiarsi di primo gruppo tedesco a suonare in Giappone e registrare un secondo LP, Beziehungen, ancora più astratto del disco d’esordio.

La carovana dell’anima (Ohr Records #7)

I Soul Caravan nacquero a Wiesbaden nel 1967 come sestetto equamente diviso in tedeschi e americani. Le iniziali inclinazioni soul del primo LP Get in High si persero a favore di influenze prima jazz e poi cosmiche. Dopo aver inciso l’album Electrip come Xhol Caravan approdarono all’etichetta Ohr. Ribattezzatosi Xhol registrarono nel 1970 un primo disco, Motherfuckers GMBH & Co. KG, rispedito al mittente dalla casa discografica e pubblicato solo due anni dopo con il gruppo oramai sciolto. Meglio andò con Hau-RUK, pubblicato nel 1971 e contenente due lunghe tracce registrate dal vivo l’anno prima a Gottinga con una formazione a quattro elementi senza la presenza di  chitarre.

Il krautrock embrionale (Ohr Records #5)

Uno dei primi LP licenziati dalla Ohr Records nel 1970 fu Opal , disco d’esordio dei bavaresi Embryo, collettivo capitanato dal polistrumentista Christian Burchard. La loro proposta era un’avventurosa miscela di free-jazz e musica etnica (ai loro dischi parteciperanno grandi jazzisti come Mal Waldron e Charlie Mariano o come il grande suonatore di tablas indiano Trilok Gurtu).

Vampiri, suore e morti (Ohr Records #3)

Terzo titolo in catalogo per la Ohr Records e accreditato al solo Bernd Witthüser, in seguito sarà aggiunto alla denominazione sociale anche il polistrumentista Walter Westrupp, già presente in questa prima prova, Lieder Von Vampiren, Nonnen und Toten è una raccolta di macabre e ironiche canzoncine folk cantate in tedesco. Suoni non ancora contaminati da tentazioni cosmiche o progressive ma già ricchi di trovate anche nell’uso di strumenti inusuali o trovati.

La meditazione elettronica (Ohr Records #2)

L’esordio dei Tangerine Dream è tanto esplosivo che il terzetto autore di Electronic Meditation (1970, Ohr Records) si disgregherà subito dopo.  La sigla sociale rimarrà al chitarrista e organista Edgar Froese che virerà su territori sempre più cosmici (e in seguito di pessima ed evitabilissima elettronica) mentre Conrad Schnitzler (violino e violoncello)  e Klaus Schulze, qui ancora dietro alla batteria e non ancora alle prese col sintetizzatore di cui diventerà uno dei massimi esecutori continueranno, ognuno per proprio conto, le loro sperimentazioni sonore in quel filone aureo che è il krautrock.

In questo primo album c’è ancora una selvatichezza rock che sarà poi progressivamente abbandonata a favore di un suono sempre più liquido e siderale ma meno umano e per questo più difficile da amare.

Di guru ne servono due (Ohr Records #1)

Piove elettricità, anzi grandina, dal disco d’esordio del trio tedesco dei Guru Guru. UFO, tra le primissime uscite della Ohr, la benemerita etichetta tedesca con l’orecchio sulla label, è la pietra d’angolo, acuminatissima, della loro scarna produzione. Lontani dalle coeve derive cosmiche i protagonisti di cotanta potenza sono Aix Genrich alla chitarra, Uli Trepte al basso, Mani Neumeier alla batteria.