Il sandman è, nel folklore del Nord Europa, l’omino dei sogni, quella creatura che getta la sabbia negli occhi per portare il sonno. E Mark Sandman, rispettando il suo nome, ha portato sogni fumosi e caliginosi per tutta la carriera e finché suo cuore gli ha retto. Poi la sera del 3 luglio del ’99 si è fermato, tra una canzone e l’altra sul palco di Palestrina mentre si esibiva con suoi Morphine. Il trio di Boston (con Sandman che suonava un basso con due sole corde, Jarome Dupree prima e Billy Conway poi alla batteria e Dana Colley al sax baritono) aveva saputo creare una splendida miscela di blues, rock e jazz caratterizzata dall’assenza della onnipresente chitarra.