Tutto ventagli e silenzi

Il 17 settembre 1962 nei Sound Makers Studios di New York City si ritrova, citando Paolo Conte,  il grande boxeur tutto ventagli e silenzi ovvero il leggendario pianista Duke Ellington, ormai sessantatreenne con due più giovani e affermati colleghi, il contrabbassista Charles Mingus e il batterista Max Roach. I due si mettono al servizio del Duca, non senza qualche attrito come vuole la vulgata della genesi del disco, e sfornano, tra classici di Ellington (Caravan, Solitude) e pezzi registrati per l’occasione come la splendida Fleurette Africain, l’LP Money Jungle.

Come San Tommaso mettetici il naso (e le orecchie)

Cosa si può scrivere di un disco che è ritenuto tra i migliori album jazz di sempre? Poco o niente, la cosa migliore è riascoltarselo e basta. Non ve ne frega niente che la traccia iniziale St. Thomas è stata a lungo la mia sveglia mattutina? E chi se ne importa, in fondo avete pienamente ragione. Dimentivavo: il disco è Saxophone Colossus e lui è Sonny Rollins in compagnia di Max Roach alla batteria, Tommy Flanagan al piano e Doug Watkins al contrabbasso. L’anno è il 1956.