L’arte dell’incontro

“Di mattino abbuio / Di giorno attardo / Di sera annotto / Di notte ardo. // Ad ovest morte / Gli vivo contro / Del sud captivo / Mio nord è l’est. // Gli altri computino / Passo per passo / Io muoio ieri // Nasco domani / Vado ov’è spazio / Mio tempo è quando.”

1969. Giuseppe Ungaretti, proprio lui, il poeta, ha 81 anni. Ha conosciuto Vinicius de Moraes nel ’37 quando insegnava letteratura italiana a Sao Paulo. Vinicius de Moraes è un poeta esordiente ma colpisce Ungaretti al punto da spingerlo a tradurne in italiano le opere.
Nel ’69 Vinicius de Moraes, come tanti altri artisti brasiliani è all’estero: in patria c’è una ditttatura militare. Arriva in Italia con il chitarrista Toquinho. I due insieme a Sergio Endrigo e a Giuseppe Ungaretti, che recita alcune poesie, confezionano l’album La vita, amico, è l’arte dell’incontro. L’album prodotto da Sergio Bardotti e arricchito dagli arrangiamenti di Luis Bacalov è uno di quei piccoli dischi che sottovoce sussurrano al cuore e scaldano l’anima.