Atti osceni

Nel 1988 Steve Albini, messa da parte l’esperienza dei Big Black arruola la sezione ritmica dei seminali Scratch Acid,  il batterista Rey Washam e il bassista David Sims e dà vita ai Rapeman: un EP intitolato Budd e un LP, Two Nuns and a Pack Mule, entrambi licenziati dalla Touch & Go, poi lo sciogliete le righe prima di varare gli altrettanto formidabili Shellac.

Spietato negli effetti chitarristici, osceno nei testi, esemplare l’attacco ai Sonic Youth, colpevoli agli occhi del nostro di essersi venduti alla major discografiche con Kim Gordon’s painties, Albini ridisegna i confini del noise e dell’hardcore. C’è già tutto: i Nirvana (che vedranno proprio Albini al mixer per l’album In Utero), i Jesus Lizard, gli Slint verranno solo in seguito.

Zucche soniche

Zucche piene per la notte d’Ognissanti. La gioventù sonica nel pieno della giovinezza. E’ il 1985, l’anno di Bad Moon Rising, zucca esplosa in copertina, album maledettamente ostico culminante nel finale assassino di  Death Valley ’69 dove al quartetto newyorkese si aggiunge Lydia Lunch.  Ed è l’anno in cui viene registrato il singolo Flower/Halloween.

La B-side, Halloween, una canzone bisbigliata da una morbosa e sensuale Kim Gordon che racconta una storia perversa di abbandono carnale, avrà più fortuna e sarà anche riproposto dai Mudhoney nello split in cui i Sonic Youth reinterpreteranno la celebre Touch me I’m Sick del gruppo di Seattle.

Viaggi al termine della notte (Made in Japan #2)

Un disco da ore piccole quello dei Tolerance, duo femminile nipponico con all’attivo un paio di album per l’etichetta Vanity, Anonym (1979) e Divin (1981).

Masami Yoshikawa alla chitarra e Junko Tange al piano, voce ed elettronica, disegnano sul disco d’esordio paesaggi da sogni disturbati. Il brano JUIN-Irénée pare anticipare certe cantilene pigre di Kim Gordon dei Sonic Youth, il conclusivo Voyage Au Bout De La Nuit omaggia Celine  con un suono  aspro e insistito che ben evoca il capolavoro dello scrittore francese.