La lucertola di nome Gesù

Il losco figuro che me li fece conoscere mezza vita fa era esaltato dal loro nome: “Gesù lucertola” cianciava. Ma si trattava semplicemente del basilisco, capace di camminare sull’acqua. E forse di sguazzare nel sangue della vasca da bagno di Mary, primo atto di un repertorio seriale di nefandazze ora narrate ora sputacchiate da David Yow.

Yow dopo l’esperienza dei seminali Scratch Acid richiama il bassista Dave Sims,  nel frattempo reduce dai Rapeman di Steve Albini con il batterista, sempre ex Scratch Acid, Ray Wisham e insieme arruolano il chitarrista Duane Denison e registrano l’EP Pure. Seguiranno altri sette dischi in dieci anni, tutti con un titolo di quattro lettere e tutti senza indietreggiare di un millimetro  dal loro post-hardcore al fulmicotone. Signore e signori: The Jesus Lizard.

Atti osceni

Nel 1988 Steve Albini, messa da parte l’esperienza dei Big Black arruola la sezione ritmica dei seminali Scratch Acid,  il batterista Rey Washam e il bassista David Sims e dà vita ai Rapeman: un EP intitolato Budd e un LP, Two Nuns and a Pack Mule, entrambi licenziati dalla Touch & Go, poi lo sciogliete le righe prima di varare gli altrettanto formidabili Shellac.

Spietato negli effetti chitarristici, osceno nei testi, esemplare l’attacco ai Sonic Youth, colpevoli agli occhi del nostro di essersi venduti alla major discografiche con Kim Gordon’s painties, Albini ridisegna i confini del noise e dell’hardcore. C’è già tutto: i Nirvana (che vedranno proprio Albini al mixer per l’album In Utero), i Jesus Lizard, gli Slint verranno solo in seguito.

Tutta la violenza della matematica

Successioni numeriche, progressioni aritmetiche e geometriche, c’è tutta la violenza della matematica nella musica dei californiani Drive Like Jehu. Due album per il quartetto di San Diego, l’omonimo del 1991 e ‘Yank Crime’ del 1994 che rinverdivano i fasti di band come Slint, Fugazi, Jesus Lizard. Un math-rock dove la precisione chirurgica delle esecuzioni non andava mai a scapito della visceralità della loro miscela sonora.

Una lucertola di nome Gesù

Il losco figuro che me li fece conoscere, mezza vita fa, era esaltato dal loro nome: “Gesù lucertola” cianciava. Ma andava tradotto semplicemente con basilisco, la lucertolina quasi alata capace di camminare sull’acqua. E forse di sguazzare nel sangue della vasca da bagno di Mary, primo atto di un repertorio seriale di nefandazze ora narrate ora sputacchiate dal cantante David Yow già nei seminali Scratch Acid col sodale David Wm. Sims e qui ancora in trio col chitarrista Duane Denison: solo piú tardi la batteria elettronica sarà sostituita da un batterista in carne ed ossa.

Bloody Mary è post-hardcore che vanterà innumerevoli tentativi di imitazione, Nirvana in primis, ma tutti inferiori al modello originale.