Triste ammetterlo ma è sempre più difficile che le mie orecchie digeriscano la musica sfornata negli ultimi dieci anni. Alcune ricerche dicono che passati i trenta sia normale e d’altronde conosco chi ascolta la solita rumenta che ascoltava venti o trent’anni fa: a ognuno le sue miserie.
Capitano poi belle sorprese come quella di imbattermi in questo trio bretone di jazz scurissimo attivo da una quindicina d’anni e che omaggia già nel nome le atmosfere di Twin Peaks di Lynch – l’agente Dale Cooper è uno dei protagonisti della serie passata e presente – forte delle musiche di Angelo Badalamenti. Alla primigenia fonte di ispirazione si aggiungono suoni di matrice dark-wave spesso accompagnati con interventi vocali ora cupi e profondi alla Swans ora eterei e debitori di molto dreampop anni ’80.
Quattro album licenziati finora e tutti da ascoltare con attenzione: Parole de Navarre (2006), Metamanoir (2011), Quatorze pieces de menace (2013) e il recentissimo Astrild Astrild (2017).