Cartoline dal vecchio West

I Quicksilver Messenger Service di John Cipollina vengono sempre annoverati come terzo gruppo della scena acid-rock di San Francisco. Certo a ragione: non possedevano la sensualità di una Grace Slick e la capacità di sfornare grandi canzoni dei Jefferson Airplane né tanto meno musicisti della caratura dei Grateful Dead (capaci di passare dalla più lisergica psichedelia all’avanguardia della musica concreta). Più fisici nelle loro jam infuocate i Quicksilver Messenger Service non sono stati capaci di grandi prove in studio ma hanno lasciato un meraviglioso live, Happy Trails uscito nel 1969, tratto da due serate ai mitici Fillmore e sublimato nella lunga cavalcata di Calvary.

Patchwork psichedelico

Questo è un deliberato atto di taglia e cuci fatto su commissione. Degli stessi autori, i Grateful Dead e del loro pezzo più celebre Dark Star, qui passati all’esame autoptico, poi squartati e infine riassemblati da John Oswold, novello dr. Frankenstein.
Dark Star nacque originariamente come singolo e come tale aveva una durata abbondantemente sotto i tre minuti. Crebbe a dismisura nei concerti, come testimoniato dagli indimenticabili, ma neppure i più lunghi, 23 minuti del Live Dead.
Nel ’93 Jerry Garcia e soci consegnarono ad Oswold cento versioni da un campionario venticinquennale di concerti che furono distillate e condensate in quasi due ore di psichedelia ultraconcentrata.