Un disco di ventotto tracce suonate in trentatré minuti non è record ma poco ci manca. Ma al di là del dato statistico, Scum, l’album d’esordio dei Napalm Death, uscito nel 1987, è un concentrato di cattiveria senza pari in cui viene alzata l’asticella dell’hardcore fino ad arrivare al grindcore, dove to grind è verbo inglese che sta per polverizzare, macinare, frantumare. Questi i verbi coniugati nel disco del gruppo instabile anche nella formazione tanto da vedere sul lato A il trio composto da Mick Harris (poi Painkiller, Scorn e tanti altri), Nicholas Bullen (con Harris negli Scorn) e Justin Broadrick (poi Godflesh) e sul lato B del vinile un quartetto con ancora Harris in compagnia di Lee Dorian (poi Cathedral), Bill Steer (poi Carcass) e Jim Whitely.