L’uomo che baciava le nuvole

Dici Roland Garros e pensi al tennis e mai mi sarei aspettato che il Roland Garros cui è  dedicato il prestigioso torneo di Parigi è stato un pioniere dell’aeronautica, morto durante il primo conflitto mondiale.

Il suo diario, edito con il titolo L’uomo che baciava le nuvole è  più avvincente di un romanzo e ripercorre le tappe incoscienti ed eroiche dei primi voli. Io, avrei preferito come titolo Nuvole e Blériot come la canzone di Giorgio Canali dedicata a quel pioniere aviere primo trasvolatore della Manica e in seguito costruttore dei velivoli pilotati da Garros per le sue imprese.

Nel diario traspare a ogni pagina il senso di provvisorietà della vita e la febbrile ricerca di superare i limiti, che siano fisici o meccanici, d’altitudine o di distanza, come la traversata del Mediterraneo, dalla Provenza a Tunisi, a bordo di aeromobili dispettosi e più incerti delle ali di cera di Icaro.

 

 

Futuri inverosimili

“E proteggimi dai lacrimogeni / E dalle canzoni inutili”
A me, orfano dei C.S.I., colpì al primo ascolto quella chitarra fin troppo nota:  era infatti quella di Giorgio Canali che suonò e produsse il disco d’esordio de ‘Le luci della centrale elettrica’ nome dietro il quale si nascondeva il ferrarese d’adozione Vasco Brondi. L’amore per i paesaggi urbani malati e intossicati, paesaggi che si fanno personaggi come in certi libri di J.C. Ballard (vedi ad esempio La mostra delle atrocità) me lo fecero eleggere come mia personale colonna sonora degli anni zero. Un esordio folgorante quel Canzoni da spiaggia deturpata a cui sono seguite prove meno a fuoco: forse troppe le aspettative creatisi attorno al personaggio Brondi o forse l’inevitabile corollario di un mercato, specie quello musicale, all’insegna dell’usa e getta: sovraesposto e spremuto come un limone non è riuscito poi a distillare le poche gocce rimaste da quel folgorante esordio del 2008.

Settembre, aspettando

Prima del fantastico tormentone di inizio millennio Le vent nous portera, con il suo splendido videoclip, e prima che il cantante Bertrand Cantat finisse negli articoli di cronaca nera per l’omicidio della moglie Marie Trintignant i Noir Desir, band di Bordeaux avevano già da anni infuocato i palchi di Francia con un rock teso e testi taglienti ed estremamente politicizzati. Nel 2007 Giorgio Canali, che era stato fonico della band francese, nel suo album Tutti contro tutti  traduce e incide Septembre, en attendant tratto dall’album 666.667 Club uscito nel 1996.

Guardali negli occhi

Materiale Resistente fu pubblicato nel 1995 nel cinquantenario della Liberazione. Attorno ai C.S.I. di Giovanni Lindo Ferretti e soci coagularono tutta una serie di gruppi più o meno legati al consorzio in una rivisitazione più o meno fedele di canzoni della Resistenza. Oltre al disco fu organizzato un concerto a Correggio e girato un film documentario con la regia di Guido Chiesa e Davide Ferrario. Come spesso accade con queste operazioni non tutta la compilazione risulta a fuoco e ben amalgamata ma tanti sono i momenti capaci di creare il necessario cortocircuito tra il tempo presente e quello passato di necessario e doveroso ricordo.