Dici Roland Garros e pensi al tennis e mai mi sarei aspettato che il Roland Garros cui è dedicato il prestigioso torneo di Parigi è stato un pioniere dell’aeronautica, morto durante il primo conflitto mondiale.
Il suo diario, edito con il titolo L’uomo che baciava le nuvole è più avvincente di un romanzo e ripercorre le tappe incoscienti ed eroiche dei primi voli. Io, avrei preferito come titolo Nuvole e Blériot come la canzone di Giorgio Canali dedicata a quel pioniere aviere primo trasvolatore della Manica e in seguito costruttore dei velivoli pilotati da Garros per le sue imprese.
Nel diario traspare a ogni pagina il senso di provvisorietà della vita e la febbrile ricerca di superare i limiti, che siano fisici o meccanici, d’altitudine o di distanza, come la traversata del Mediterraneo, dalla Provenza a Tunisi, a bordo di aeromobili dispettosi e più incerti delle ali di cera di Icaro.