L’orrida fucina

“Mi par d’esser con la testa / in un’orrida fucina / dove cresce e mai non resta /  delle incudini sonore / l’importuno strepitar. Alternando questo e quello / pesantissimo martello / fa con barbara armonia / muri e volte rimbombar. / E il cervello poverello / già stordito sbalordito / non ragiona, si confonde, / si riduce ad impazzar.”

Così termina il primo atto del Barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini. E la mia testa, sempre pronta a partire per la tangente, finisce per rotolare in territori lontanissimi, nel tempo e nello spazio, da quelli del grande compositore pesarese e precisamente verso il pianeta Kobaia.

Ideatore della folle saga di Kobaia, pianeta colonizzato da un gruppo di uomini in fuga dalla Terra per fondare una nuova civiltà in cui vivere in giustizia e armonia, è il francese Christian Vander con i suoi Magma. Ogni disco dei Magma costituisce un capitolo della saga dei Kobaiani, la musica è un miscuglio di generi, dal jazz al progressive alla musica classica, dove domina una tensione drammatica creata dal sovrapporsi dei cori e il cui cantato è in Kobaiano, lingua appositamente inventata da Vander e soci!

Dopo un esordio più disordinato e caotico nel 1970, i Magma mettono meglio a fuoco il loro suono con Magma 2 (noto anche come 1001° centigrades) e soprattutto con Mekanik Destruktiw Kommandoh del 1973.
In questo terzo capitolo il protagonista è Nebehr Gudahtt che da Kobaia giunge sulla Terra a portare, inascoltato, le sue parole di saggezza ai terrestri con lo scopo di salvarli dalla tragica fine a cui sono destinati.