Fu Turismo

Nel 2009, anno del centenario del Manifesto del Futurismo, fu portato in scena un divertentissimo spettacolo capitanato da Elio, senza le Storie Tese, con un piccolo manipolo di musicisti che univa recuperi d’antan e pezzi composti per l’occasione. 

La magnifica spedizione fu… turista da Milano a Marechiare per uccidere il chiaro di luna, questo il titolo, inscenava un immaginario viaggio di Marinetti e i suoi accoliti da Milano a Napoli.
Peccato che, a parte qualche breve stralcio presente in rete, non sia mai stato documentato su disco neppure dal vivo.
In scaletta compariva più di un pezzo di Rodolfo De Angelis che prima di diventare cantore del fascismo fu uno dei primi animatori del teatro futurista a Napoli, suoi anche tre volumetti dedicati alle vicende dell’epoca, Caffè concerto: memorie d’un canzonettista, Noi Futuristi e Storia del Café-chantant. Lontano dalle provocazioni rumoriste di un Russolo, De Angelis, spurgato dei peana al regime, fu salace autore di irresistibili canzonette.

L’intonarumori

Cerco di rompere il silenzio ovattato di questo sabato di coprifuoco con gli intonarumori di Luigi Russolo, pittore e musicista futurista che potrebbe giustamente reclamare i diritti di copyright su tanta musica industriale venuta nei decenni a seguire. Largo allora a crepitatori, gorgogliatori, rombatori, ronzatori, scoppiatori, sibilatori, stropicciatori e ululatori.

La locomotiva

“Ho sempre amato le locomotive con passione; per me sono esseri viventi, e le amo come altri possono amare le donne o i cavalli. Nel “Pacific” quello che ho cercato di fare non è l’imitazione dei rumori della locomotiva ma la traduzione d’un’impressione visiva e di un godimento fisico in una costruzione musicale. La composizione parte da una contemplazione oggettiva: il respiro tranquillo della macchina in riposo, lo sforzo dell’avviamento, e poi il progressivo aumento della velocità finché si arriva allo stadio lirico o patetico di un treno di trecento tonnellate lanciato in piena notte a 120 all’ora. Ho scelto a oggetto della composizione la locomotiva di tipo “Pacific n. 231″ per i convogli pesanti dalle grandi velocità”.
Pacific 231 è la composizione, scritta nel 1923, più nota del compositore svizzero Arthur Honegger stretta parente della musica futurista italiana e russa e antesignana della musica industriale. Oltre che comporre per orchestra negli anni trenta Honegger comporrà anche musiche per Onde Martenot (la tastiera parente del theremin) in particolare per il mediometraggio animato di Bertolt Bartosch L’idée, in pratica un documentario politico di matrice socialista.

La precarietà è un cuneo nelle ossa (Dischi da Ultima Spiaggia #2)

“Quanto dura il mio minuto se devo fare settantacinque secondi in sessanta?”
La Rapsodia meccanica del calabrese Francesco Currà, operaio dell’Ansaldo di Genova, vede la luce nel dicembre del ’76 ovvero prima ancora che i Throbbing Gristle diffondessero il verbo della musica industriale (che in realtà era già stata inventata dai futuristi, dagli intonarumori di Luigi Russolo fino alla ‘Sinfonia delle sirene’, una composizione per masse di lavoratori, cannoni, idroplani e tutte le sirene delle fabbriche della città di Baku che il russo Arseny Avraamov mise in scena 7 novembre del ’22).
Nei roventi anni di piombo Currà mette in scena tutta l’alienazione del lavoro in fabbrica e i suoi ritmi omicidi declamando i suoi testi su un sottofondo di rumori tirati fuori direttamente dai suoi macchinari durante le lunghe ore di lavoro alla fresa. Il disco viene poi completato dai patterns di Roberto Colombo che, molto prima di comporre la sigla della soap Beautiful, aveva da poco licenziato per la comune etichetta Ultima Spiaggia l’ottimo Sfogatevi bestie, disco di jazz-rock entrato a far parte della famigerata Nurse With Wound list.