Il 20 agosto del 1968 i carrarmati sovietici entrano in Cecoslovacchia mettendo fine al Pražské jaro, la Primavera di Praga. I The Plastic People of the Universe nascono poche settimane dopo su iniziativa del bassista Milan Hlavsa. Inevitabile il richiamo a Frank Zappa, Plastic People è uno dei brani di Absolutely Free, uno dei vertici delle Mothers of Invention, ma forte sarà l’impronta mitteleuropea della band. Il primo cantante del gruppo è il canadese Paul Wilson, docente di inglese a Praga, reclutato dalla band per tradurre i testi dei Velvet Underground e dei Fugs.
La vita dei PPU sarà un lungo inverno, una vita di clandestinità. Nel 1970 il governo comunista revocherà alla band la licenza per esibirsi e il gruppo dovrà esibirsi in segreto. Alcuni membri saranno addirittura incarcerati nel ’76 dopo un festival con l’accusa di nichilismo, decadentismo e addirittura clericalismo! In difesa dei PPU e degli altri arrestati nel gennaio successivo si schiererà, con altri 246 cittadini, il futuro presidente della Cecoslovacchia, il drammaturgo Vaclav Havel, con la sottoscrizione del documento Charta 77.
L’anno dopo, nel ’78, sarà pubblicato in Francia, e all’insaputa della stessa band il loro primo disco in studio, registrazioni risalenti al dicembre del ’74 e portate all’estero da Wilson nel frattempo espulso dal paese ). Il titolo dell’album, che si richiama scherzosamente i Beatles, è Egon Bondy’s Happy Hearts Club Banned, dove Egon Bondy è il poeta cecoslovacco autore dei testi. Disco forzatamente lo-fi che è una girandola di invenzioni sonore forti anche dell’uso della viola elettrica e del theremin.