L’albergo con vista sull’infinito

La musica degli Albergo Intergalattico Spaziale, duo composto da Mino Di Martino, già ne I Giganti, e la moglie Terra Di Benedetto, seguiva la strada già tracciata dai corrieri cosmici tedeschi e dal nostro Franco Battiato. Il loro unico disco in studio fu pubblicato nel 1978 ma era stato registrato tre anni prima, nello stesso anno in cui i due erano stati in tour col supergruppo Telaio Magnetico, nato per iniziativa del Partito Radicale con lo scopo di portare la musica nel meridione e che vedeva coinvolti lo stesso musicista catanese, Juri Camisasca e Lino Capra Vaccina.

Dalle stalle alle stelle (o viceversa)

“siamo figli delle stelle e pronipoti di sua maestà il denaro” (Bandiera bianca, Franco Battiato)

Così come è molto difficile non conoscere le hit Figli delle stelle e Tu sei l’unica donna per me è altrettanto facile non conoscere la vita precedente di Alan Sorrenti, una vita che comprende due ottimi dischi sperimentali Aria (1972) e Come un vecchio incensiere all’alba di un villaggio deserto (1973) entrambi pubblicati dalla Harvest, la stessa etichetta dei Pink Floyd, e che vedono la presenza, nel primo LP, di un musicista del calibro di Jean Luc Ponty, violinista presente in più di un disco di Frank Zappa e, nel secondo LP, del flautista David Jackson dei Van der Graaf Generator.
Nel mezzo, prima di prendere la strada della musica da discoteca con annessa rapida ascesa e rovinosa caduta e un presente di apparizioni assolutamente imbarazzanti su cui è inutile infierire, il tentativo di cimentarsi con la canzone tradizionale napoletana, la classica Ditencello vuje, in chiave prog.

Abbattere l’asilo della realtà

Rip Rig & Panic è tra le migliori prove del polistrumentista Rahsaan Roland Kirk registrato nel 1965 con Jaki Byard al piano, Richard Davis, reduce da Out of lunch! di Dolphy e che parteciperà tre anni dopo alle registrazioni di Astral Weeks di Van Morrison, al contrabbasso ed Elvin Jones, fido compare di Coltrane, alla batteria.
Kirk era diventato cieco in seguito a una dose eccessiva di medicinali somministratagli da un’infermiera sbadata. Si fidava dei sogni e fu in seguito a un sogno che cominciò a suonare sul palco anche tre strumenti contemporaneamente! Famoso anche per l’impegno politico che portava avanti in salaci monologhi durante i suoi concerti non si arrese neppure quando un’emorragia cerebrale lo lasciò semiparalizzato: modificò i suoi strumenti e tirò avanti ancora un paio di anni prima che un secondo ictus lo uccidesse alla fine di un concerto nel 1977.
Nel 1981, Gareth Sager e Bruce Smith del Pop Group insieme a Sean Oliver, Mark Springer e la cantante Neneh Cherry (figliastra del trombettista Don Cherry) fondarono i Rip Rig & Panic chiamati così proprio in onore di Kirk. I loro dischi God (1981) e I am cold (1982) sono un ottimo esempio di quel free jazz punk inglese tanto inviso al nostro Franco Battiato in cerca di centri di gravità permanente.

Detonazione

Danza con tutte le tue forze / mostrami che sei ancora viva

Ai bei tempi in cui cercava di un centro di gravità permanente Battiato dichiarava di non sopportare la new wave italiana e il free jazz punk inglese. A Udine invece c’era chi la pensava diversamente. I Detonazione riuscirono con pochi ottimi singoli ed EP, a conquistarsi un piccolo spazio nella scena musicale degli anni ottanta italiani da cui, come tanti altri gruppi, non ne uscirono vivi. L’esordio ‘Sorvegliare e punire’ (titolo rubato a Foucault, ma non quello del pendolo) è del 1983. Il cantato è equamente diviso in inglese e in italiano. La copertina mostra tre uomini che spulciano libri in un edificio in cui è crollato il tetto. La dedica sul retro è esemplare: “grazie ai tecnici del suono per la profonda umanità con cui hanno capito i nostri problemi economici”.
Seguiranno il singolo “L’arido utile” (in copertina un fotogramma rubato a un film di Fellini), il 12″ “Riflessi conseguenti” e nell’86 per i fiorentini dell’IRA il 12″ “Dentro me” (in copertina stavolta il conterraneo Pier Paolo Pasolini). La meravigliosa titletrack sarà ripresa dieci anni dopo dai milanesi La Crus. Nell’89 alcuni inediti e brani dal vivo formeranno l’LP “Ultimi pezzi”, con un maiale sgozzato in copertina. Come dire: non si butta via niente: ed è una fortuna avere ancora qualcosa con cui compensarne la fine.