La Bulgaria è stata per molti decenni la più impenetrabile delle nazioni del blocco comunista. Del suo leader, Todor ‘Tato’ Živkov, il dissidente Georgi Markov ebbe a dire: “Živkov ha servito l’Unione Sovietica più ardentemente di quanto abbiano fatto i leader sovietici stessi”. Markov fu poi assassinato a Londra nel 1978 avvelenato come in un film di James Bond da un proiettile di ricina sparato probabilmente da un ombrello modificato.
Una nazione rimasta nascosta anche musicalmente per decenni e che ha attinto soprattutto alla tradizione, incrocio di sonorità ottomane, slave, macedoni. Sonorità che orecchie attente hanno saputo comunque cogliere e riproporre come nel caso del coro femminile della radio di stato scoperto dal produttore svizzero Marcel Cellier nel 1975 e oramai noto nel mondo come ‘Le Mystère des voix Bulgares’ (quel primo album fu poi ripubblicato nel 1986 dalla benemerita etichetta 4AD di Ivo Watts-Russell gettando un ponte con le voci femminili di quel dreampop che ha caratterizzato le uscite della 4AD).
Sonorità intercettate anche dalle nostre parti dagli Area di Demetrio Stratos, sempre attenti alle sonorità del bacino mediterraneo e dei paesi dell’est, che nella loro Luglio, Agosto, Settembre (Nero) incorporarono Krivo Horo, popolare brano in 11/8 della tradizione popolare macedone.