Sconosciuti a noi stessi

Dopo avere impreziosito con la sua voce il primo, bellissimo disco degli United States of America, Dorothy Moskowitz era praticamente scomparsa lasciandoci un paio di registrazioni, non peraltro memorabili, nei cinquanta e passa anni seguenti. Con grande sorpresa lo scorso anno mi sono imbattuto in questo Under an Endless Sky accreditato agli United States of Alchemy. Il compositore italiano Francesco Paolo Paladino un po’ di tempo prima era riuscito a contattare per email la Moskowitz e, coadiuvato dallo scrittore Luca Chino Ferrari, a creare un tappeto sonoro per la voce unica dell’ottantenne Dorothy.

Il circo metafisico

Musica quadrimensionale: un flusso continuo nello spaziotempo americano dalla New York di Wharol e dei Velvet Underground al dixieland del Mardi Gras di New Orleans per tornare poi alla California psichedelica e ancora indietro alle marce militari delle guerra di secessione e di nuovo in avanti con nastri manipolati e scampoli d’elettronica.
Joseph Byrd esordì con questo disco nel 1968 sotto la sigla The United States of America. Un secondo disco ancora più ambizioso e sperimentale uscì l’anno dopo accreditato a Joe Byrd & The Field Hippies. Poi le magrissime vendite lo costrinsero a inventarsi altri mestieri per sbarcare il lunario.