Luce bianca

Il 25 e 26 giugno 1998 allo stadio comunale di Prato il Consorzio Produttori Indipendenti organizzò la seconda edizione de Le notti di Maciste. Sul palco si alternarono tutti i gruppi che gravitavano attorno ai C.S.I. di Giovanni Lindo Ferretti e soci. La sorpresa di quelle due sere furono i francesi Ulan Bator: non li conoscevo e quando aprirono il loro set fui colpito alle spalle dal muro di chitarre di Lumiere blanche. Pensai che sul palco fossero in quindici a suonare: era “soltanto” un trio!
Presentavano il loro primo disco italiano Végétale, dopo avere registrato due minialbum in terra di Francia (e di cui uscirà una compilazione, Polaire, di brani tratti da quei due dischi nella collana Taccuini del C.P.I.). Il disco successivo Ego: Echo, ultimo con la line-up originaria, fu prodotto da Michael Gira degli Swans e con ospiti Jean Hervé Peron dei Faust con cui hanno spesso condiviso il palco. Una storia che continua tutt’oggi attorno  al fondatore e frontman Amaury Cambuzat.

Matrilineare

“Se Matrilineare aiutasse alla vita, anche a una sola, credete, sarebbe per tutti un pugno alla paura.”

Così scriveva Massimo Zamboni nel presentare una compilazione di ninne nanne nata da un’idea del Consorzio Produttori Indipendenti e che raccoglieva voci femminili del Consorzio: Mara Redeghieri degli Ustmamò, Valeria Cevolani e Roberta Vicinelli dei Disciplinatha, Ginevra Di Marco dei C.S.I. e quelle meno note di Il Grande Omi, Divine, Eh?, Mira Spinosa, estAsia. Spiccava poi la presenza di Cristina Donà e delle nonne del Coro delle Mondine di Correggio.

“Onori alle basi solide, basta riconoscerle ed accettarle per schivare i rischi, che la vita non riesci a rinchiuderla, quando decide di scorrere.”