L’arcipelago sonoro

André Boucourechliev nasce a Sofia, in Bulgaria, nel 1925. Studia a Parigi, in seguito otterrà anche la cittadinanza francese e approfondisce i suoi studi a Milano con Berio e Maderna e negli Stati Uniti con Cage. Più noto come musicologo che come compositore, ha scritto libri su Schumann, Chopin, Beethoven, si è cimentato negli anni ’50 con la musica elettronica in quel laboratorio unico che è stato il Groupe de Recherche Musicale di Parigi. Notevole la serie degli Archipels, composti negli anni sessanta e settanta, e le cui partiture indagano i limiti della libertà espressiva dei musicisti: ogni esecuzione è diversa dall’altra senza però mai cadere nell’aleatorietà.

 

Areare i locali

Purtroppo chi scrive difficilmente si appassiona alle ultime uscite discografiche. Ben lieto che ogni tanto capitino gelide sferzate in faccia come i dischi degli Algiers. La musica della band di Atlanta è stata definita gospel-punk e l’etichetta mi piace: canzone di protesta, bellissima voce, tritatutto sonoro, new e no wave, elettronica, blues e quant’altro volete.

Splendido il video di Irony. Utility. Pretext, dal disco d’esordio nel 2015, girato in Bulgaria nell’abbandonato palazzo di Buzhludza, costruito negli anni ottanta per celebrare il governo comunista in quella impervia località dove, nel 1891, si consumò una decisiva battaglia contro i turchi.

Area d’influenza

La Bulgaria è stata per molti decenni la più impenetrabile delle nazioni del blocco comunista. Del suo leader, Todor ‘Tato’ Živkov, il dissidente Georgi Markov ebbe a dire: “Živkov ha servito l’Unione Sovietica più ardentemente di quanto abbiano fatto i leader sovietici stessi”. Markov fu poi assassinato a Londra nel 1978 avvelenato come in un film di James Bond da un proiettile di ricina sparato probabilmente da un ombrello modificato.

Una nazione rimasta nascosta anche musicalmente per decenni e che ha attinto soprattutto alla tradizione, incrocio di sonorità ottomane, slave, macedoni. Sonorità che orecchie attente hanno saputo comunque cogliere e riproporre come nel caso del coro femminile della radio di stato  scoperto dal produttore svizzero Marcel Cellier nel 1975 e oramai noto nel mondo come ‘Le Mystère des voix Bulgares’  (quel primo album fu poi ripubblicato nel 1986 dalla benemerita etichetta 4AD di Ivo Watts-Russell gettando un ponte con le voci femminili di quel dreampop che ha caratterizzato le uscite della 4AD).

Sonorità intercettate anche dalle nostre parti dagli Area di Demetrio Stratos, sempre attenti alle sonorità del bacino mediterraneo e dei paesi dell’est, che nella loro Luglio, Agosto, Settembre (Nero) incorporarono Krivo Horo, popolare brano in 11/8 della tradizione popolare macedone.