Singing in the rain

Piccola antologia per giorni di pioggia: ‘Rainy day’ vede la luce nel 1984. David Roback dei Rain Parade raccoglie membri di Bangles, Three O’ Clock, Dream Syndicate per incidere una manciata di pezzi con cui il movimento del Paisley Underground rende omaggio ai loro eroi coverizzando Bob Dylan, Lou Reed, Jimi Hendrix, Alex Chilton, Beach Boys. Un album non memorabile ma pur sempre godibile bignamino a stelle e strisce.

Il succo e l’ombra

Barney Kessel è stato un grande chitarrista jazz. Nato nel 1923 da una famiglia di origine ebrea ungherese si affermò come prezioso session man, partecipando nel 1966 addirittura alle registrazioni di Pet Sounds dei Beach Boys.

Nel 1944 partecipò al cortometraggio Jammin’ the Blues, in pratica una jam session, che vedeva la presenza, tra gi altri, di Lester Young, Red Callender, Marie Bryant. Essendo Barney l’unico musicista bianco del cast, la regia non trovò di meglio che farlo suonare nella penombra e, al momento di eseguire il primo piano delle sue mani, di tingergliele con succo di mirtillo.

L’esercito del surf

Dennis Wilson è morto annegato nel 1983. Sorte ridicola la sua visto che era uno dei membri fondatori dei Beach Boys. Ma i Beach Boys c’entravano poco con l’immaginario cinematografico di ‘Un mercoledì da leoni’Il nome del gruppo in realtà fu un’azzeccata mossa di marketing del produttore Hite Morgan. Con il disappunto della band che aveva deciso di chiamarsi The Pendletons. Finirono così a far parte dell’esercito del surf-rock californiano loro malgrado. Tanto che, quando Brian Wilson realizzò il capolavoro ‘Pet Sounds’, fu osteggiato dai suoi stessi discografici che volevano un album meno triste. Ma il sensibile Brian Wilson si era accorto da un pezzo che il sogno californiano era finito sotto le ondate sempre più disastrose della guerra in Vietnam.
Negli anni novanta è toccato a una band dell’Alabama rinverdire i fasti del surf-rock che aveva avuto in Dick Dale il padre più illustre. Un surf-rock futuribile e fantascientifico, ma di quella fantascienza di cartapesta degli anni sessanta dai pochi effetti speciali e tutti molto low-cost. Questo sono stati quei mattacchioni dei “Man or Astro-man?”