La farfalla del giardino dell’Eden

Gli Iron Butterfly dell’organista e cantante Doug Ingle saranno ricordati quasi esclusivamente per quell’incredibile lato B del loro secondo LP pubblicato nel 1968 per la ATCO Records. La facciata del vinile era occupata interamente dal  lunghissimo brano che dava il titolo all’album. In-A-Gadda-Da-Vida coi suoi diciassette minuti in cui si rilegge l’acid-rock californiano e si dettano le future coordinate dell’hard-rock e dell’heavy-metal tra febbrili note d’organo ed epidermici riff di chitarra dell’allora diciottenne chitarrista Erik Brann.

Gotico italiano

Le sonorità gothic trovarono in Italia, e in particolare a Firenze, terreno fertilissimo con la neonata I.R.A. Records che produsse i primi dischi di Litfiba, i Moda di Andrea Chimenti, gli Underground Life di Giancarlo Onorato e i Diaframma di Federico Fiumani che con l’arrivo del cantante Miro Sassolini realizzarono l’ellepì Siberia, uno dei migliori album della dark wave di casa nostra.

Tutto ventagli e silenzi

Il 17 settembre 1962 nei Sound Makers Studios di New York City si ritrova, citando Paolo Conte,  il grande boxeur tutto ventagli e silenzi ovvero il leggendario pianista Duke Ellington, ormai sessantatreenne con due più giovani e affermati colleghi, il contrabbassista Charles Mingus e il batterista Max Roach. I due si mettono al servizio del Duca, non senza qualche attrito come vuole la vulgata della genesi del disco, e sfornano, tra classici di Ellington (Caravan, Solitude) e pezzi registrati per l’occasione come la splendida Fleurette Africain, l’LP Money Jungle.

La silenziosa via

Registrato nel febbraio del 1969 In a Silent Way è In pratica il prologo di Bitches Brew, il capolavoro “elettrico” di Miles Davis. Qui c’è già quasi tutta la formazione che collaborerà col geniale trombettista e soprattutto compare quel modus operandi fatto di improvvisazione in studio e riassemblaggio dei nastri in post-produzione con l’apporto del fondamentale Teo Macero.  Miles Davis, che in quel periodo guardava al rock e sperava in una collaborazione con Jimi Hendrix, arruola John McLaughlin alla chitarra elettrica, Dave Holland al basso, Tony Williams alla batteria, Wayne Shorter al sax soprano e ben tre tastieristi, Chick Corea, Herbie Hancock e l’austriaco Joe Zawinul.

I cocktail del Barman

Tom Barman è il frontman dei belgi dEUS. Il loro cocktail sonoro è programmatico sin dal nome del gruppo: Deus è un pezzo degli islandesi Sugarcubes del folletto Bjork, l’inversione di minuscole e maiuscole del nome è un tributo ai fIREHOSE dell’ex Minutemen Mike Watt.  Fondati nel 1991 e tuttora attivi vivono il loro periodo d’oro nel quinquennio 1994-1999 quando sfornano gli ottimi Worst Case Scenario, My Sister = My Clock, In a Bar, Under the Sea The Ideal Crash.

Settembre, aspettando

Prima del fantastico tormentone di inizio millennio Le vent nous portera, con il suo splendido videoclip, e prima che il cantante Bertrand Cantat finisse negli articoli di cronaca nera per l’omicidio della moglie Marie Trintignant i Noir Desir, band di Bordeaux avevano già da anni infuocato i palchi di Francia con un rock teso e testi taglienti ed estremamente politicizzati. Nel 2007 Giorgio Canali, che era stato fonico della band francese, nel suo album Tutti contro tutti  traduce e incide Septembre, en attendant tratto dall’album 666.667 Club uscito nel 1996.

Sfogatevi bestie (Dischi da Ultima Spiaggia #4)

Molto prima di comporre la sigla della soap Beautiful Roberto Colombo sfornò l’ottimo Sfogatevi bestie, disco di jazz-rock entrato a far parte della famigerata Nurse With Wound list. Il disco, licenziato per l’etichetta Ultima Spiaggia che pubblicherà anche il successivo Botte da orbi, vedeva alle voci quel Marco Ferradini che arriverà alla stranotorietà con la celebre Teorema.

Lo scioccante blu

Gli olandesi Shoking Blue si formarono nel 1967 ma giunsero al successo solo dopo l’ingresso in formazione della cantante Mariska Veres. Il singolo Venus nel 1969 conquistò le classifiche europee prima e americane (e le riconquistò negli anni ottanta con la versione dance delle Bananarama). Venus fu inserita anche nell’album At Home che conteneva anche un altro brano Love Buzz che sarà riproposto ottimamente nel 1989 dai Nirvana nell’album d’esordio Bleach.

Vocali al contrario (Dischi da Ultima Spiaggia #3)

Nella sua breve vita l’etichetta Ultima Spiaggia ebbe il merito di lanciare il cantautore bergamasco Ivan Cattaneo. Tra il ’75 e il ’79 licenziò i primi tre LP dello stravagante artista, lo sperimentale UOAEI, il demenziale Primo, secondo e frutta (Ivan compreso)Superivan con la partecipazione della Premiata Forneria Marconi. Con quest’ultimo comincia la deriva pop che lo porterà nel 1980 al successo commerciale con il singolo Polisex.

Quelli che vivono o ridono (dischi da Ultima Spiaggia #1)

“Dopo varie disperate ricerche ho ritrovato quattro album, che reputo essenziali, per la mia vita e soprattutto per la vostra ed incredibilmente ho scoperto che sono miei. Perché allora negare a Toni Verona (ultimo vero discografico morente) un prestigio, che non si merita e il piacere di insperati quanto insulsi guadagni?”
Così si esprimeva, era il 2011, Enzo Jannacci quando finalmente vide pubblicati in CD i quattro album usciti tra il ’75 e il ’79 per l’etichetta Ultima Spiaggia, fondata da Ricky Gianco e Nanni Ricordi (Quelli che…, O vivere o ridere, Secondo te… che gusto c’è, Fotoricordo). In particolare Quelli che… e Fotoricordo rappresentarono rispettivamente la prima e l’ultima uscita discografica della breve vita dell’Ultima Spiaggia. E per il grande cantautore milanese e la sua inconfondibile poetastrica uno dei più immeritati e scellerati oblii durati appunto fino alla rimasterizzazione di pochi anni fa per la Alabianca di Toni Verona.