Semplificazioni di menti semplici
In quella remota epoca ante-Shazam capitava di ascoltare canzoni senza saperne né il titolo né l’autore. Fu così per una canzone che accompagnava uno di quei filmati prodotti per riempire gli intervalli tra un programma e l’altro e che era una miscellanea di azioni di grandi cestisti della NBA e immagini di vita quotidiana dell’America dei grattacieli e quella rurale delle piccole cittadine lungo le grandi highways.
Impiegai anni per scoprire che la canzone, scelta senza minimamente curarsi del testo, che niente c’entrava né col basket né con l’America più o meno urbanizzata, era Mandela Day, un brano che gli scozzesi Simple Minds avevano dedicato nel 1989 al leader anti-apartheid sudafricano.
Oramai già in territori molto pop, il gruppo di Glasgow aveva abbandonato le spigolosità post-punk degli esordi, verso una new wave sempre più edulcorata. E fu un vero peccato.
Il canto della sirena
Inseriti a torto nel calderone post-rock, gli australiani Dirty Three del violinista Warren Ellis, in seguito sodale di Nick Cave, hanno portato in musica i loro paesaggi sonori dagli scenari assolati e desertici dell’album d’esordio, Sad and dangerous, fino al capolavoro marinaresco Ocean songs, un concept dedicato al mare. Un’esplorazione sonora che vive nella continua tensione tra misticismo e depravazione.
Fior di jazz dai fiordi
Strepitoso disco di jazz, registrato dal chitarrista norvegese Terje Rypdal in compagnia di Bjørnar Andresen al basso ed Espen Rud alla batteria, Min Bul viene registrato nell’autunno del 1970 ad Oslo e stampato in sole trecento copie. Per fortuna una di queste copie perviene alle orecchie dei Nurse With Wound che inseriranno il disco di Rypdal e soci nella famigerata lista che campeggia sulla copertina di uno dei loro primi dischi e divenuta nel tempo miniera di sconosciuti capolavori come questo disco.
I dischi della Suora Volante (Not All Blacks #3)
Primi alfieri del Dunedin sound, raccoltosi attorno all’etichetta Flying Nun Records, la band dei fratelli Kilgour, The Clean, univa gusto pop e sonorità punk con un sound estremamente lo-fi, quel suono su cui, per intenderci, i Pavement costruiranno una strepitosa carriera. Il singolo Tally Ho! fu il secondo edito dalla label neozelandese con base a Christchurch nel 1981 subito dopo quello del Pin Group del grandissimo Roy Montgomery (poi nei Dadamah, nei Dissolve, negli Hash Jar Tempo con gli americani Bardo Pond).
La locomotiva
Alta tensione
Non seguo gli AC/DC da secoli. Tempo fa mi fece sorridere la notizia che uno dei due fratelli Young, Malcolm, era stato sostituito da uno dei nipoti della loro numerosa famiglia di origini scozzesi trapiantata in Australia dagli anni ’50: forse l’inizio di successione ereditaria per una delle piú fortunate sigle del rock? E non sarebbe meglio vedere i nipotini piuttosto che nonno Angus in divisa da scolaretto?
Oggi ho appreso della morte di Malcolm e cosí é doveroso celebrare gli AC/DC: la sigla dei convertitori di corrente con quel mimaccioso fulmine nel mezzo era perfetto biglietto da visita di quel camion carico di elettricitá. Ricordo la cassetta del live di Donington, musica rozza, poco educata, quella che a volte ci vuole per cortocircuitare le orecchie e agitare le braccia.