Sciroppo per la tosse

“When I see the sun / I hope it shines on me / And gives me everything… well, almost / Some people seem / To be just small hard peas / Sometimes I think it’s me” (da Pea)

La codeina è un alcaloide usato negli sciroppi per calmare la tosse. I dischi dei Codeine godono delle stesse proprietà: ti entrano dentro, ti sciolgono le vie respiratorie e lentamente ti fanno scivolare nella dolcezza del sogno.

Formatisi a Chicago nel 1989 e durati il tempo di un paio di album, i Codeine di John Engle (chitarra), Chris Brokaw (batteria, poi rimpiazzato dal futuro June of ’44 Doug Scharin) e Stephen Immerwahr (basso e voce) di fatto approdarono a quello slowcore che in Europa avrebbe avuto come massimi esponenti i Talk Talk al culmine del loro processo di sottrazione sonora.

 

 

I Bizantini della Grande Mela

Ricordati, a torto, solo per la presenza in formazione del regista Jim Jarmusch, ma c’erano anche i gemelli Braun dai seminali Circus Mort di Michael Gira dei futuri e imprescindibili Swans, i The Del-Byzanteens vantano una discografia ridotta all’osso composta da due singoli e un EP per la miseria di nove brani in tutto di ottima new wave che vale la pena di ascoltare.

Danze per scongiurare l’eclissi

Esponenti di rilievo della scena trance-rock californiana i Red Temple Spirits durarono il tempo di due album fondendo mirabilmente la psichedelia pinkfloydiana e il dark britannico: il loro misticheggiante Dancing to restore an eclipsed moon licenziato nel 1988 è un piccolo capolavoro da preservare assolutamente.

Sogni siamesi

Thomas Edison è ritenuto, a torto, il padre della lampadina: rubò l’idea a Henrich Goebel. Ma si macchiò di ben altri delitti, compreso quello dell’elefantessa Topsy arrostita da una rudimentale sedia elettrica nel tentativo di screditare il sistema di trasmissione in alternata del rivale Nikola Tesla. Tra i vari crimini perpetrati dal nostro, sordo d’orecchio ma lesto di mano, c’è anche il primo caso di pirateria della storia del cinema: suoi agenti corruppero un impresario teatrale di Londra ottenendo una copia della pellicola di George Méliès ‘Le voyage dans la Lune‘ liberamente ispirato ai racconti di Jules Verne e ritenuto il capostipite del genere fantascientifico. Grazie all’ennesima azione ribalda Edison poté stampare centinaia di copie e smerciarle ai teatri newyorkesi senza che il povero Méliès ne potesse ricavare neanche un nichelino.

Nel 1995 gli Smashing Punpkins omaggeranno Méliès nel video di Tonight, tonight tratto da Mellon Collie and the infinite sadness ultimo disco degno di nota per Billy Corgan e soci, purtroppo usciti stremati e prosciugati nell’ispirazione da quel presuntuoso doppio album arrivato dopo i fasti dell’ottimo e più coeso, conciso e fragoroso Siamese Dream. Nell’album era contenuta quella Rocket  il cui video già testimoniava la voglia di viaggiare nello spazio.

Il suono della sabbia

Non pago della modern dance dei suoi Pere Ubu, negli anni ottanta, il pingue cantante David Thomas, arruola il meglio dell’intelligencija musicale per continuare il suo destrutturante programma artistico: Mayo Thompson dei Red Crayola, Richard Thompson dei Fairport Convention, Chris Cutler, John Greaves e Lindsay Cooper degli Henry Cow oltre ad altri ex ubu-iani accompagnano gli spericolati equilibrismi vocali di Thomas. Un’ottima serie di album dove spiccano soprattutto The sound of the sand (1982) e Monster walks the winter lake (1986).

Vibrazioni (Ohr Records #4)

Si intitola Schwingungen, vibrazioni, il secondo disco degli Ash Ra Tempel di Manuel Gottsching e Hartmut Enke che, provvisoriamente orfani di quel Klaus Schulze che aveva caratterizzato con le sue scorribande cosmiche il primo album,  liberano tutta la psichedelia coltivata nei lunghi anni in cui suonavano blues sgangheratissimi nei locali per i camionisti lungo le autobahn tedesche e firmano uno dei capolavori del krautrock tutto e che ovviamente sarà pubblicato dalla sempre sia lodata Ohr Records.

A mente fredda

Un disco polare. Il sibilo del vento artico percuote tutto Eskimo, album dei Residents dedicato al popolo innuit. Musica concreta per circa quaranta minuti di lento avanzamento verso un luogo lontanissimo e ostile: si fa una gran fatica ad avanzare nella tormenta elettronica di questo disco. Un’esperienza ai limiti della resistenza fisica dove o ci si arrende o si arriva alla meta letteralmente trasformati nei propri abiti mentali pur sapendo come nella conclusiva The Festival of Death che la Coca Cola può arrivare fino nelle più remote regioni artiche.

Mardi Gras

Martedì grasso. Giusto quindi spostarsi a New Orleans e lasciarsi imbonire dallo stregone Dr. John, the Night Tripper, e dal suo medicine show: qui convivono jazz, blues, psichedelia e stregonerie assortite, su tutte il voodoo, importate da Haiti. Una discografia sterminata cominciata nel lontano 1968 con Gris Gris. Buon divertimento.

Vampiri, suore e morti (Ohr Records #3)

Terzo titolo in catalogo per la Ohr Records e accreditato al solo Bernd Witthüser, in seguito sarà aggiunto alla denominazione sociale anche il polistrumentista Walter Westrupp, già presente in questa prima prova, Lieder Von Vampiren, Nonnen und Toten è una raccolta di macabre e ironiche canzoncine folk cantate in tedesco. Suoni non ancora contaminati da tentazioni cosmiche o progressive ma già ricchi di trovate anche nell’uso di strumenti inusuali o trovati.

Finti ma di classe

Guidati dall’allampanato John Lurie, che sarà protagonista con Roberto Benigni e Tom Waits del film di Jim Jarmusch Daunbailò, i newyorkesi Lounge Lizards furono inizialmente tacciati di suonare fake-jazz visto la loro provenienza da ambienti punk e no wave. Ma è proprio l’approccio poco ortodosso al jazz a dare quel quid in più al loro esordio, eponimo, del 1981. Con John Lurie in quella prima prova discografica c’erano il fratello Evan al piano, il bassista Steve Piccolo, il batterista Anton Fier e il chitarrista di origini brasiliane Arto Lindsay, già nei DNA.