L’albergo con vista sull’infinito

La musica degli Albergo Intergalattico Spaziale, duo composto da Mino Di Martino, già ne I Giganti, e la moglie Terra Di Benedetto, seguiva la strada già tracciata dai corrieri cosmici tedeschi e dal nostro Franco Battiato. Il loro unico disco in studio fu pubblicato nel 1978 ma era stato registrato tre anni prima, nello stesso anno in cui i due erano stati in tour col supergruppo Telaio Magnetico, nato per iniziativa del Partito Radicale con lo scopo di portare la musica nel meridione e che vedeva coinvolti lo stesso musicista catanese, Juri Camisasca e Lino Capra Vaccina.

Il krautrock embrionale (Ohr Records #5)

Uno dei primi LP licenziati dalla Ohr Records nel 1970 fu Opal , disco d’esordio dei bavaresi Embryo, collettivo capitanato dal polistrumentista Christian Burchard. La loro proposta era un’avventurosa miscela di free-jazz e musica etnica (ai loro dischi parteciperanno grandi jazzisti come Mal Waldron e Charlie Mariano o come il grande suonatore di tablas indiano Trilok Gurtu).

Prometeo e il funk

Uno dei brani chiavi del Pop Group è Thief of Fire: come novello Prometeo, la band di Bristol ruba il fuoco della musica da ballo, del funk e del dub e la dona all’umanità più oppressa di cui il cantante Mark Stewart se ne fa portavoce con testi feroci e paranoici. Due album fondamentali, Y e For How Much Longer Do We Tolerate Mass Murder prima di disgregarsi in una pletora di gruppi ed esperienze musicali ancora degnissime di nota e sempre caratterizzate dalla grande libertà musicale e da un meticciato di generi, dai Rip Rig + Panic ai Pigbag, dai Glaxo Babies ai Maximum Joy fino ai Maffia del leader Mark Stewart.

L’ultima canoa

Nonostante la presenza di Johnny Depp Dead Man è stato un grande flop commerciale, costato nove milioni di dollari per un incasso al botteghino  di poco superiore a uno. Ma la pellicola di  Jim Jarmusch è uno splendido western trasfigurato. Il personaggio principale, il timido William Blake, è coinvolto in una sparatoria nella inquietante città di Machine. Sospeso tra la vita e la morte, William viene curato dall’indiano Nessuno, che vede in lui  l’incarnazione dell’omonimo poeta inglese. La colonna sonora del film, girato in bianco e nero, è una lunga improvvisazione di Neil Young a base di feedback e riverberi tanto cari al musicista canadese, basti ricordare i trentacinque minuti di rumori assortiti di Arc, la traccia ottenuta facendo un collage dei concerti del tour di Weld.

Due terzi rumore, un terzo pop

Sono passati trent’anni dall’esordio sulla lunga distanza dei Pixies. Prodotto da Steve Albini per l’etichetta 4AD l’album Surfer Rosa è una girandola di ritornelli pop sfregiati dalle trovate sonore del quartetto formato dal cantante Black Francis, dal chitarrista portoricano Joey Santiago, dalla bassista Kim Deal e dal batterista David Lovering. Un disco che negli anni novanta farà scuola a Nirvana e a tanta altra compagnia cantante. Imprescindibile come il resto della stringata discografia dei nostri completata dagli album Doolittle, Bossanova e Trompe Le Monde.

Chi osa pensa rosa

Il batterista inglese John Charles Edward Alder meglio noto con lo pseudonimo di Twink ha 26 anni e alle spalle l’esperienza con i fantastici Tomorrow e i Pretty Things del fondamentale album S.F. Sorrow, quando nel 1970 esordisce come solista con l’ultrapsichedelico Think Pink. Alle registrazioni dell’album partecipano membri dei Deviants di Mick Farren, dei T.Rex, dei Pretty Things. Il disco, inutile dirlo, rimane uno dei grandi capolavori del rock britannico.

Ascolta gli alberi

I Trees sono stati una band inglese di folk-rock attivi tra il 1969 e il 1972 caratterizzata dalla limpida voce di Celia Humphris. Due album all’attivo, The Garden of Jane Delawney e On the Shore, entrambi pubblicati dalla CBS nel 1970. Nel secondo LP compare una bella versione della classica Geordie, già portata al successo da Joan Baez e, in Italia, da Fabrizio De André.

 

L’isola d’Ognissanti

Il polistrumentista francese Yann Tiersen incide il suo primo album a 25 anni, nel 1995, ma raggiunge vasta notorietà solo nel 2001 quando compone la colonna sonora del film Il favoloso mondo di Amélie del regista Jean-Pierre Jeunet. Molti dei brani di quella colonna sonora erano stati editi già nel 1998 nell’album Le phare (distribuito in Italia dal Consorzio Produttori Indipendente di Gianni Maroccolo & Co.). Non a caso l’album era intitolato così: nella musica di Tiersen il mare è fonte costante di ispirazione. Lo stesso artista vive nell’isola di Ouessant (Ognissanti, Eusa in bretone), punto più occidentale della Francia, all’ingresso del canale della Manica in un tratto pericoloso di mare dove sono collocati vari fari. Nel 2016 Tiersen ha registrato l’album Eusa dove un pianismo minimale si sovrappone ai field recordings catturati in vari punti della suggestiva isola.

Senofonte a Coney Island

Ispirato alla Anabasi di Senofonte, dove diecimila mercenari greci, tra cui lo stesso autore, attraversano il nemico impero persiano il film The Warriors, tradotto in italiano come I guerrieri della notte racconta la ritirata della gang dei Guerrieri dal Bronx alla loro Coney Island dopo essere stati ingiustamente accusati dell’omicidio del leader Cyrus, non a caso come l’omonimo imperatore persiano, che vuole unire tutte le gang di New York. La pellicola, diretta da Walter Hill e uscita nel 1979, è caratterizzata da una colonna sonora che punteggia, tra ritmi sintetici e tanto funk, la ritirata notturna dei Guerrieri che si concluderà all’alba sul mare a Coney Island.

Mezzi cingolati

Ci si ricorda sempre dei Melvins perché erano di Aberdeen, stato di Washington, la stessa città di Kurt Cobain, e dei loro rapporti con i Nirvana: dal batterista Dale Crover, presente in alcune tracce di Bleach, al frontman Buzz Osborne che presentò Krist Novoselic al biondo cantante assurto poi, suo malgrado, ad agnello sacrificale su cui edificare la rumorosa chiesa del grunge. Ma la stessa musica dei Nirvana, specie agli esordi, deve tanto alla lezione dei Melvins, power-trio dal passo cingolato, un carrarmato che marcia da decenni su ritmi sabbathiani come nel paradigmatico EP Lysol del 1992, un unico flusso di trenta durissimi minuti di musica.