I fantocci di carne
Il massimo successo dei Meat Puppets è l’album Too High to Die, pubblicato nel 1994 dopo il clamoroso successo del concerto unplugged dei Nirvana che per l’occasione ospitarono i fratelli Kirkwood, insieme due terzi della band di Phoenix, ed eseguirono ben tre brani dal loro secondo LP, risalente al 1983 e pubblicato dopo un ipercinetico primo EP che condensava cinque tracce nello spazio di complessivi cinque minuti e sedici secondi e un primo album dove stavolta si incrementava il minutaggio ad una media di un minuto e mezzo a brano!
Inseriti a torto nel carrozzone del grunge la loro musica era quella dell’hardcore mediato dal country e dalla psichedelia. Ricordo una intervista dell’epoca in cui dichiaravano che mentre a Seattle c’erano i salmoni, in Arizona c’era il sole che rendeva tutti schizzati. E non si può che convenirne e andarsi a riascoltare quel Meat Puppets II che tanto piaceva a Kurt Cobain.
Crimini e dissonanze
L’Europa Minore
Nel 1978 Mauro Pagani abbandonò la P.F.M. e si diede alla ricerca di nuovi orizzonti musicali. I frutti arrivarono subito maturi e succosissimi: l’album solista e omonimo di quello stesso anno seguito dal progetto Carnascialia fino a Creuza de ma con Fabrizio De André nel 1984 e al colto divertissement sanremese de I Figli di Bubba. Massimo comun denominatore di questi dischi l’intreccio e il meticciato di sonorità mediterranee. In quel primo 33 giri a fare compagnia al polistrumentista bresciano gli Area di Demetrio Stratos, i Canzoniere del Lazio, Teresa De Sio e Roberto Colombo.
L’articolazione dei suoni
Io una volta a Budapest ho detto per scherzo: “quando morirò, se proprio ci tenete a chiamare qualcosa con il mio nome, dedicatemi una strada sbagliata . Ecco come mi sento io.”
Da bambino Gyorgy Ligeti sognava di diventare scienziato e anche se diventò musicista non dimenticò l’amore per le strutture matematiche e chimiche come la clorofilla che “ha al centro un atomo di magnesio, come un ragno in agguato in mezzo alla ragnatela”. Un musicista capace di spingersi oltre le convenzioni del tempo e guardare oltre, capace di comporre musica elettronica e scioccare il suo pubblico come quando nel ’63 in Olanda mandò in scena la prima del suo Poema sinfonico per cento metronomi’ il pubblico si trovò sul palco dieci esecutori che azionarono cento metronomi! Il pubblico prima restò perplesso in silenzio poi cominciò a protestare. Il concerto, che doveva anche essere trasmesso in televisione, fu sostituito nel palinsesto da una provvidenziale partita di calcio. Ma anche la sua produzione più propriamente classica si è sempre spinta un po’ più in là. Uno come Stanley Kubrick non poteva non innamorarsi di un tale musicista e utilizzerà in più d’uno dei suoi film le composizioni di Ligeti.
Splendida la partitura visuale realizzata negli anni settanta dal graphic designer Rainer Wehinger per la sua Artikulation, composizione elettronica del 1958 realizzata con l’ausilio di Gottfried Michael Koenig e Cornelius Cardew, lo sperimentatore inglese all’epoca assistente di Karlheinz Stockhausen.
Contro il grande freddo
E’ notte e tu dormi / e io ti guardo dormire / il mio risveglio è così improvviso / nulla si muove / qui niente sembra cambiato / eppure tutto è fuori posto / solo il silenzio / tu dormi / e nel sonno sorridi / ti muovi nel buio a cercare / non sento nulla / tutto è così lontano
Ho scoperto di recente che uno dei membri storici dei torinesi Gatto Ciliegia Contro Il Grande Freddo per mantenersi, bella la vita dei rockers ma dura quella dei post-rockers, va in giro con un furgone a distribuire prodotti surgelati. Partiti dal post-rock con un paio di ottimi album alla fine dello scorso il millennio Gatto Ciliegia ha allargato i propri orizzonti lambendo territori più pop, vedi le rivisitazioni di canzoni degli anni ’60 con la voce di Robertina e la partecipazioni a molte colonne sonore, buon’ultima quella di Nico, 1988, il lungometraggio della regista Susanna Nicchiarelli che ripercorre l’ultimo anno di vita della grande cantante tedesca.
La carovana dell’anima (Ohr Records #7)
I Soul Caravan nacquero a Wiesbaden nel 1967 come sestetto equamente diviso in tedeschi e americani. Le iniziali inclinazioni soul del primo LP Get in High si persero a favore di influenze prima jazz e poi cosmiche. Dopo aver inciso l’album Electrip come Xhol Caravan approdarono all’etichetta Ohr. Ribattezzatosi Xhol registrarono nel 1970 un primo disco, Motherfuckers GMBH & Co. KG, rispedito al mittente dalla casa discografica e pubblicato solo due anni dopo con il gruppo oramai sciolto. Meglio andò con Hau-RUK, pubblicato nel 1971 e contenente due lunghe tracce registrate dal vivo l’anno prima a Gottinga con una formazione a quattro elementi senza la presenza di chitarre.
I semi cattivi di Re Inchiostro
I semi cattivi di Nick Cave cominciano a germogliare nel 1979 nella lontana Melbourne. Nomi rassicuranti come The Boys Next Door e The Birthday Party fanno da copertura a un post-punk degradato che affiora da melme blues. Partono da qui Nick Cave e il fido Mick Harvey, insieme a Rowland Howard, Tracy Pew e Phil Calvert per dare l’assalto alla vecchia Europa prima di disintegrarsi all’ombra del muro di Berlino.
La giostra dei folli
Gruppo seminale della scena nostrana che vale la pena riscoprire, i milanesi Carnival of fools di Mauro Ermanno Giovanardi, affondavano le radici nel terreno di quel blues malato di chiara derivazione caveana. Dall’albero dei Carnival of fools dirameranno i più fortunati La Crus e i meno fortunati Santa Sangre (oltre a fornire elementi a Massimo Volume e Afterhours).
La band si sciolse nel 1993, all’indomani del loro ultimo LP Towards the lighted town. La loro storia era cominciata nel 1988 e la loro discografia comprende un EP, Blues off get my shoulders (1989) e un altro album Religious folk (1992). Nel mezzo una strepitosa rilettura di Love will tear us apart dei Joy Division apparsa su una compilation di tributo edita dalla etichetta milanese Vox Pop.
A.B. Normal ?
The Bonzo Dog Doo Dah Band: la lunga tradizione del music-hall britannico perfettamente concentrato e sublimato in questa formazione nata tra studenti d’arte nel 1962 e capace di rielaborare con fare ironico e grottesco tutti gli stilemi musicali. E non solo. Parte integrante dei loro spettacoli erano i travestimenti, le barzellette, le pantomime inscenate sul palco. Non casuali quindi le loro apparizioni cinematografiche (eseguiranno Death-cab for Cutie alla fine di Magical Mystery Tour dei Beatles, grandi fans della Bonzo Dog Band) e televisive (nel ’68 sono protagonisti del programma per bambini Do not adjust your set). Una follia contagiosa che è giunta fino ai nostri giorni e ai concerti con l’esilarante Theremin-leg, un theremin travestito da gamba di manichino!