Gotico americano

Il dark o gothic è stato un fenomeno musicale prettamente europeo. Uno dei pochi gruppi provenienti da oltreoceano, da San Francisco, furono i Tuxedomoon che dopo l’ottimo Half-Mute, nel 1980, si trasferirono, visto lo scarso successo commerciale, in Europa dove trovarono maggiori estimatori: i synth, il sax, il violino, l’uso della voce davano alla musica dei Tuxedomoon un aspetto del tutto originale e disturbante che continuerà nelle prove successive pur non raggiungendo i vertici di Half-Mute e del seguente Desire (1981).

 

Rifiuti organici

“Per consolarci frughiamo tra i nostri escrementi, fisici o letterari. La merda è una certezza. Bene o male, siamo noi a farla.” (Ennio Flaiano)

A metà anni settanta era chiaro che i tessuti musicali, incancreniti andavano verso il disfacimento. Nel terreno di coltura patrio cellule impazzite ripartivano dai bisogni elementari: merda, sangue, sperma. La rivolta del punk passava più autenticamente da musicisti irregolari come Mauro Pelosi piuttosto che dai più celebrati, e per certi versi costruiti a tavolino, Sex Pistols.

A volte è meglio tacere

Non ho mai scritto dei californiani Chrome di Helios Creed. C’è una ottima recensione di Francesco Nunziata sul sito di Ondarock che consiglio vivamente di leggere. E poi c’è il disco, Half Machine Lip Moves, anno 1979, un concentrato micidiale di generi tra brandelli di psichedelia, garage e i nuovi modi del punk e dell’industrial. Da sentire e basta.

 

L’importanza della Consonanza

Ribattezzatosi per l’occasione The Group, il Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza registra nel 1970 questo disco sospeso tra jazz, avanguardia e psichedelia. Ennio Morricone si traveste da Miles Davis e con la sua tromba sottolinea i fraseggi di Franco Evangelisti, Mario Bertoncini, Walter Branchi, Bruno Battisti D’Amario, Egisto Macchi, Renzo Restuccia e John Heineman. L’intellighenzia della musica sperimentale e d’avanguardia italiana in uno scenario di jungla forato dagli stridii degli uccelli meccanici in copertina.

Ovviamente per avere una ristampa di questo album si è dovuto attendere la bellezza di quarantaquattro anni!

L’esercito del surf

Dennis Wilson è morto annegato nel 1983. Sorte ridicola la sua visto che era uno dei membri fondatori dei Beach Boys. Ma i Beach Boys c’entravano poco con l’immaginario cinematografico di ‘Un mercoledì da leoni’Il nome del gruppo in realtà fu un’azzeccata mossa di marketing del produttore Hite Morgan. Con il disappunto della band che aveva deciso di chiamarsi The Pendletons. Finirono così a far parte dell’esercito del surf-rock californiano loro malgrado. Tanto che, quando Brian Wilson realizzò il capolavoro ‘Pet Sounds’, fu osteggiato dai suoi stessi discografici che volevano un album meno triste. Ma il sensibile Brian Wilson si era accorto da un pezzo che il sogno californiano era finito sotto le ondate sempre più disastrose della guerra in Vietnam.
Negli anni novanta è toccato a una band dell’Alabama rinverdire i fasti del surf-rock che aveva avuto in Dick Dale il padre più illustre. Un surf-rock futuribile e fantascientifico, ma di quella fantascienza di cartapesta degli anni sessanta dai pochi effetti speciali e tutti molto low-cost. Questo sono stati quei mattacchioni dei “Man or Astro-man?”

Carneadi industriali

Quando nel 1984  viene dato alle stampe Kühe in 1/2 Trauer il collettivo tedesco P16.D4 è già attivo da sei anni. Anni di passaggio tra l’età dell’oro del krautrock e la Deutsche Neue Welle (la new wave tedesca). Achim Szepanski, Ewald Weber, Gerd Poppe, Ralf Wehowsky e Roger Schönauer assemblano un capolavoro in cui convergono nuove e vecchie tendenze oltre alle istanze avanguardistiche di Stockhausen. Un capolavoro di cui all’epoca, e anche dopo, si accorgeranno in pochissimi. Ascoltare la traccia “He’s Afraid Of The Way The Glass Will Fall – Soon: It Will Be A Spectacle: The Fall Of A Crystal Palace But Coming Down In Total Blackout, Without One Glint Of Light, Only Great Invisible Crashing” per credere.

I surfisti di quel posto

“There’s a time to shit and time for God”

Eredi della più sballata psichedelia texana (cito Red Crayola e The 13th Floor Elevators ma ci sarebbe  tutto un sottobosco da scoprire), i Butthole Surfers – sì, i surfisti di quel posto lì – hanno descritto una parabola la cui fase ascendente è stata punteggiata da usa serie di dischi splendidi ed oltraggiosi. Ho scritto eredi della psichedelia ma con i piedi mal piantati nell’hardcore più fangoso e viscerale. Il primo EP eponimo esce per la Alternative Tentacles di Jello Biafra dei Dead Kennedys nel 1983, poi due LP devastanti per la Touch & Go, Psychic Powerless (1984) e Rembrandt Pussyhorse (1986) sono campionari di volgarità e temi grotteschi eppure capaci di entrare in territori avanguardistici con i loro collage di rumori non di rado oscenamente organici. Questi gli episodi imperdibili di una carriera che andrà avanti per un altro decennio di continuo sberleffo per tutto e tutti.

 

Terra d’ombra

La terra d’ombra (o d’Umbria) è un ossido idrato di ferro o manganese usato come pigmento. In inglese la terra d’ombra è denominata umber come il capolavoro dei seminali Bitch Magnet. Colore che ben si addice alla musica di un album che dalla iniziale Motor alla conclusiva Americruiser non conosce pause e traccia, siamo nel 1989, le strade per il rock a venire, che sia math-rock, post-hardcore o quant’altro volete.

Nel giardino degli alci

Se gli hippy inglesi e americani attingevano al misticismo altrui, in particolare dell’India, quelli svedesi guardavano ad uno tutto autoctono affollato di divinità guerriere e creature dei boschi. L’equidistanza poi da Germania e Inghilterra favorì la compenetrazione di psichedelia e musica cosmica creando quel genere noto come progg, con la doppia gi.
Ne uscirono gruppi dai contorni indefinibili come gli Älgarnas Trädgård (Giardino degli alci) che nel 1972 diedero alle stampe Framtiden Är Ett Svävande Skepp, Förankrat I Forntiden (meravigliosa copertina in stile Dalì del periodo nucleare).
Purtroppo l’isolamento geografico e musicale del periodo non consentì di dare alle stampe il secondo disco, intitolato ironicamente Delayed, fino al 2001. E fu un vero peccato perché il gruppo aveva ancora tantissime frecce al proprio arco.

Undici danze per combattere l’emicrania

 Il tastierista Mark Hollander è una delle figure più importanti della musica belga. Prima accanto al jazzista Paolo Rodani (italiano trapiantato in Belgio), poi con Aksak Maboul e Honeymoon Killers, infine come creatore della Crammed (etichetta indipendente nel cui catalogo fanno bella mostra Tuxedomoon, Colin Newman, Minimal Compact, Hector Zazou, Zap Mama, Bel Canto, Cibelle).
Gli Aksak Maboul esordiscono nel 1977 con ‘Onze danses pour combattre la migraine’ ed entrano a far parte dei gruppi del Rock in Opposition. Con l’aiuto di Fred Frith e Chris Cutler dei disciolti Henry Cow incidono in Svizzera il secondo disco ‘Un peu de l’ame des bandits’ uscito nel 1980. Poi si fondono con i connazionali Honeymoon Killers approdando su sponde new-wave.