Era una gioia appiccare il fuoco

“A misura che le scuole mettevano in circolazione un numero crescente di corridori, saltatori, calderai, malversatori, truffatori, aviatori e nuotatori, invece di professori, critici, dotti e artisti, naturalmente il termine “intellettuale’ divenne la parolaccia che meritava di diventare.”

Quando, nel 1966, il grande regista francese traspone cinematograficamente Fahrenheit 451, romanzo distopico di Ray Bradbury, recluta, per la colonna sonora, il compositore americano Bernard Herrmann che ha appena sciolto il sodalizio con Alfred Hitchcock per il quale ha firmato otto colonne sonore tra cui quella di Psyco.

Herrmann contribuisce con il suo commento sonoro a ricreare le atmosfere inquietanti di un possibile futuro – futuro allora ma maledettamente vicino al nostro presente – dominato dai media e dove i pompieri bruciano i libri.

 

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