Ossa d’aquila, richiami degli Indios dell’Amazzonia, rombo volante, flauto doppio tibetano del Ladak, suoni di bicchieri con acqua elaborati con il nastro magnetico e infine i sintetizzatori: l’ancestrale e l’elettronica. Un futuro antico, il disco dei Futuro Antico. Ma dannatamente e inesorabilmente fuori tempo massimo: era già il 1980 e pochi si accorsero di questo lussureggiante album che vedeva insieme Walter Maioli, già negli Aktuala e Riccardo Sinigaglia, già sperimentatore di musica concreta.