La piramide di Tirana è un contenitore vuoto che i ragazzi usano come scivolo. Nata come museo e memoriale di Enver Hoxha è diventata prima centro culturale poi locale notturno beffardamente chiamato ‘La mummia’. La struttura perde pezzi, dentro e fuori, e c’è chi vorrebbe abbatterla cancellando uno dei segni più ingombranti di un passato vissuto sotto assedio. Hoxha riuscì a isolare il paese rompendo prima con la Jugoslavia di Tito, poi con l’Unione Sovietica, poi con la Cina accusata di aver tradito l’ortodossia marxista-leninista. Dal 1978 l’Albania ebbe relazioni diplomatiche solo con Cuba, il Vietnam, l’Algeria, la Libia di Gheddafi, l’Iran dell’ayatollah Khomeini e pochi altri paria del globo. Hoxha lasciò un paese trincerato dietro quelle casematte che ancora punteggiano la costa e dove lo stesso apparato dirigente viveva recluso nel quartiere di Tirana chiamato non a caso Blok, il blocco.
Un’emozione non da poco entrare con passo guardingo nella scalcinata piramide come tra i cocci infranti di una storia d’amore. Un’emozione non da poco come quella cantata da Max Collini in quel piccolo gioiellino che è Socialismo Tascabile, l’esordio quasi fuori tempo massimo dei reggiani Offlaga Disco Pax con in testa un’altra emozione, da poco stavolta, cantata da Anna Oxa dopo aver abbandonato le due acca dell’ingombrante cognome d’origine .